Mercoledì 21 febbraio avrà inizio, presso la Palazzina Medica di Fiuggi (ore 15,30) e promosso dalla Università delle Tre Età, il corso che lo storico e saggista Pino Pelloni ha voluto dedicare alla storia del Novecento raccontata dal mezzo cinematografico. “Il Novecento di celluloide” racconterà il nostro Paese attraverso le narrazioni di Visconti, Rossellini, De Sica, Pasolini, Scola e Bertolucci.

Si inizia con “La famiglia” di Ettore Scola, film del 1987, presentato in concorso al 40º Festival di Cannes, è il ritratto di una famiglia borghese italiana visto dall’interno di un appartamento del rione Prati di Roma, dal 1906 al 1986. Il protagonista Carlo (Vittorio Gassman) è seguito dal suo battesimo fino all’ottantesimo compleanno

Corre una singolare fatalità fra l’invenzione dei fratelli Lumière e l’alba del cosiddetto secolo breve. Il cinema ha forse inventato il Novecento, o è stato il Novecento a inventare il cinema? Anzi, ancora meglio, quale è stato il rapporto fra l’immaginario di un secolo complesso come il 20° e una forma d’arte il cui sviluppo si è incollato allo stesso secolo in modo tenace, decisivo? Grande macchina divulgatrice, il cinema ha diffuso le più sofisticate conquiste speculative del proprio tempo, non perché si sia nutrito di esse con intenzione, ma perché si è trovato naturalmente adeguato a esse, anche confuso in esse.

Dunque se il cinema è una delle forme di cultura popolare e urbana che si affermano sul finire del 19° secolo, va riconosciuto che la sua potenza evocativa, è uno strumento imprescindibile per narrare questo momento così intenso della storia umana. “È l’occhio sul e del Novecento – sottolinena Pino Pelloni – finestra su ciò che è accaduto ma anche specchio delle sue tensioni. Un film consente una sorta di doppio tuffo nel passato: lo spettatore si immerge nella storia raccontata ma anche in quella di quanti – perché è una colossale opera collettiva – la raccontano, nella prospettiva culturale loro e del loro tempo.”

(com.unica, 19 febbraio 2018)