Ieri al Mibact la presentazione del dossier. La città del Nobel Grazia Deledda e di Salvatore Satta sembra avere le carte in regola per vincere e ha il sostegno di tutta la Sardegna.

Quella di ieri 5 febbraio è stata una giornata storica per Nuoro: alle ore 17 nella Sala Spadolini del Ministero dei Beni Culturali il sindaco Andrea Soddu, accompagnato da una delegazione di cui ha fatto parte anche il Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, ha presentato il dossier sulla candidatura di Nuoro a Capitale della Cultura 2020. Il primo cittadino nuorese ha esposto davanti a una commissione giudicatrice del Mibact presieduta dal professor Stefano Baia Curioni (docente dell’Università Bocconi) i punti di forza di un progetto molto ambizioso che ha richiesto mesi di preparativi e di studio con una cura certosina in ogni singolo dettaglio. “Crediamo fortemente in questo progetto perché Nuoro ha una forte necessità di aprirsi al mondo e di essere al centro dei processi culturali del Paese – ha detto il sindaco – e lo fa prendendo a esempio la scrittrice nuorese e premio Nobel Grazia Deledda. Lei, investendo sul suo talento, ha superato le difficoltà e i limiti di una comunità distante anni luce dai processi culturali italiani. Attraverso la cultura si è messa in connessione con il resto del mondo”.

La commissione renderà poi nota la sua scelta il prossimo 16 febbraio alla presenza del Ministro Dario Franceschini, al termine delle audizioni dei rappresentanti di tutte le città finaliste. Nuoro come si sa fa parte della top ten di città candidate all’ambito riconoscimento, insieme a Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

Alla vigilia della decisiva prova d’esame il sindaco aveva fatto intendere che la sua città avrebbe tutte le carte in regola per superare a pieni voti questa sfida. Un obiettivo che va molto al di là del milione di euro in palio di finanziamenti assegnati alla città vincitrice ma che rappresenta una straordinaria opportunità per ritrovare progettualità e visione del futuro, a partire dalla riscoperta delle potenzialità della cultura come fattore rigenerante e come occasione di crescita. Un approccio decisamente agli antipodi rispetto al triste luogo comune secondo cui “con la cultura non si mangia”, come disse incautamente un ministro di un governo del recente passato. C’è insomma la consapevolezza che investire in cultura, in “conoscenza”, sia una risposta efficace per far fronte alle difficoltà dell’oggi e all’incertezza per il futuro. Un investimento che, se adeguatamente supportato, può ripagarci con gli interessi, come sostengono oggi alcuni economisti tra i più illuminati e come osservava quasi tre secoli fa Benjamin Franklin nel suo “Almanacco”: “An investment in knowledge pays the best interest”, il rendimento dell’investimento in conoscenza è più alto di quello di ogni altro investimento.

All’appuntamento di ieri Nuoro si è presentata forte del sostegno convinto di tutta la Sardegna, testimoniato dalla stessa presenza nella capitale del presidente della Regione Pigliaru e dal tifo compatto di tutti i maggiori sindaci dell’Isola, da quello di Cagliari Massimo Zedda a quello di Sassari Nicola Sanna. Un’unità di intenti che la Sardegna ha potuto mostrare in passato solo in rarissime occasioni e che ha spento sul nascere i rilievi benaltristi di quegli stessi nuoresi (pochi per la verità) secondo cui la città avrebbe bisogno di dotarsi di una più forte identità e seguire altri percorsi in vista di un possibile riscatto. Obiezioni rimandate al mittente da Marcello Fois, nuorese purosangue (anche se vive a Bologna) e tra i maggiori scrittori italiani, sostenitore della prima ora della candidatura della sua città, a cui si è dedicato con grande passione, contribuendo con la stesura di un progetto letterario corale che contiene 80 profili di nuoresi che hanno dato lustro alla città oggi e nel passato: “Le critiche sono tipiche del nuorese e vanno messe in conto – sottolinea lo scrittore. Molti concittadini, più che proporre, puntano a mantenere lo status quo. Nuoro è una capitale culturale a prescindere: ha più letteratura questa città che Berlino, Chicago o Bologna e questo è un dato di fatto. Qui non ci sono solo letterati, artisti del passato e un premio Nobel, ma ci sono anche tante eccellenze moderne, io ho evidenziato almeno 80 profili. Pensiamo per esempio, solo per citarne qualcuno, il designer della Ferrari Flavio Manzoni, l’eccellenza dei sistemi museali Patrizia Asproni, Gavino Murgia uno dei migliori jazzisti su piazza”.

Grazia Deledda

Una vocazione naturale e una forte identità riscontrabili facilmente anche da un forestiero che volesse intraprendere un percorso di pochi centinaia di metri nel cuore del centro storico della città: a partire dalla via Sebastiano Satta intitolata a uno dei maggiori poeti dell’Isola e dove è ubicato il Man, il Museo d’Arte Contemporanea che negli ultimi anni, grazie soprattutto alle iniziative lungimiranti degli ultimi due direttori artistici (Cristiana Collu e Lorenzo Giusti), ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nel panorama artistico nazionale attraverso la programmazione di mostre di livello internazionale e come spazio di produzione e comunicazione in cui convivono memoria e innovazione, ricerca e divulgazione, pensiero globale e azione locale. In fondo alla via ecco la piazza dedicata anch’essa a Sebastiano Satta dove si possono ammirare le sculture dell’artista di Orani Costantino Nivola, molto apprezzato anche negli Stati Uniti: negli States, dove visse a lungo, fu membro della prestigiosa “American Academy and Institute of Arts and Letters”. Una ventina di metri e ci troviamo nella casa natale (a breve sarà aperta al pubblico) di Salvatore Satta, l’autore de Il Giorno del Giudizio, che George Steiner, uno dei massimi critici letterari viventi, ha ritenuto in un saggio pubblicato dalla rivista americana “New Yorker” un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, tradotto in ben 17 lingue. Un romanzo universale, un vero classico che secondo Steiner può essere accostato persino a Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Poco oltre la casa-museo che ha dato i natali a Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura nel 1926 (unica scrittrice italiana a ottenere questo riconoscimento) e autrice di alcune tra le maggiori opere del Novecento come Elias Portolu, Cenere, L’edera e Canne al vento. Cinque minuti a piedi ed eccoci al Museo Ciusa, che ospita le principali opere di Francesco Ciusa, tra cui la celebre Madre dell’ucciso, opera simbolo della cultura figurativa sarda, che il grande scultore nuorese presentò alla Biennale di Venezia nel 1907, ricevendo il plauso della critica. E poi altre due tappe museali da non perdere: il Museo Etnografico che, con i suoi ottomila reperti, mostra gli oggetti della vita quotidiana e delle tradizioni popolari sarde; e il Museo Nazionale Archeologico, che ha sede in un palazzo ottocentesco dove visse Giorgio Asproni, politico e intellettuale sardo del XIX secolo originario di Bitti.

La “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa

La candidatura coinvolge anche il territorio della Barbagia e i paesi limitrofi, che contribuiscono come una rete di attrattori a un ricco patrimonio culturale e naturalistico in cui tradizione e innovazione vanno di pari passo. “Barbagia è Oliena con il Monte Corrasi, paradiso del trekking e oasi verde, e la fonte cristallina di Su Gologone, i ricami d’oro sugli scialli e anche il vino Nepente che decantò D’Annunzio” ha scritto di recente Elvira Serra sul ‘Corriere della Sera’ a proposito del centro barbaricino che dista appena 10 Km da Nuoro e che Salvatore Satta definì come “un meraviglioso paese ai piedi del monte più bello che Dio abbia creato e produce un vino nel quale si sono infiltrate tutte le essenze della nostra terra, il mirto, il corbezzolo, il cisto, il lentischio” “L’identità sarda va a braccetto con l’arte contemporanea”, afferma Antonella Camarda, vicepresidente della Fondazione Costantino Nivola di Orani. “La designazione di Nuoro come Capitale italiana della Cultura può essere sintetizzata così. In Sardegna solo il capoluogo barbaricino ha questa attitudine: riesce a proiettare secoli di ricchezze nel futuro”.

Sono proiettati nel futuro anche i numerosi progetti che vedono Nuoro sempre più in un’ottica di maggiore apertura al mondo e al centro del Mediterraneo. Tra quelli messi in campo per la candidatura c’è anche quello che punta a far diventare Nuoro non solo capitale della cultura ma anche dei diritti umani, attraverso la costituzione di un osservatorio internazionale, come emanazione della Summer School, un centro di formazione già attivo da anni, frequentato da ricercatori e studenti provenienti dal tutto il mondo e diretto dalla professoressa Gabriella Ferranti, docente di Diritto internazionale presso la il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari. Per la candidatura della città si è pensato di dedicare la quarta edizione della Summer School che si svolgerà nel 2020 alle donne e alla cultura. Con una testimonial d’eccezione, a cui è stato già inoltrato l’invito a partecipare: il Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, la giovanissima attivista pakistana impegnata per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione delle donne.

Sebastiano Catte, com.unica 6 febbraio 2018