[ACCADDE OGGI]

Don Andrea Santoro ci credeva veramente. Credeva nella possibilità di una integrazione o almeno nella pacifica convivenza tra uomini e donne di etnia e religione diversa. Ne era talmente convinto che scelse e chiese con forza ai suoi superiori ecclesiastici di andare a Trebisonda e lasciare provvisoriamente la sua parrocchia al Tuscolano di Roma. Una convinzione che gli veniva da una forte fede in Cristo e dalla voglia di ripercorrere le strade del Vangelo forte dei suoi studi presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, ma anche e soprattutto perché fiero delle sue origini di pastore dei disagiati e dei reietti, nato in una povera famiglia pontina di Priverno e educato all’umiltà e alla carità.  E scelse Trebisonda in Turchia incurante  del genocidio delle popolazioni cattoliche armene ad opera dei turchi e ben consapevole di portare la sua missione di fede tra una popolazione a maggioranza musulmana dove i cattolici di fede romana potevano contrarsi con le dita della mano.

Don Andrea non si curò delle difficoltà, degli insulti, dei cumuli di immondizia a bella posta lasciati davanti alla Chiesa dei frati cappuccini che con caparbietà  volle ricostruire,  lo appagata la riconoscenza e l’amore di quelle poche anime che incontrava sul suo cammino che ammiravano il coraggio di questo prete. Il 3 novembre 2003 nelle sue lettere dalla Turchia don Andrea scriveva: “… Tanti musulmani sono venuti a visitare la chiesa. Molti chiedono, vogliono vedere, sapere, capire, confrontare. Molti vogliono parlare, aprire il cuore, avere un sostegno. Chi li accoglierà? Mi ricordo spesso del mio vecchio parroco che parlava della “liturgia della porta” : aprire, sorridere, salutare, rispondere . …C’è un’altra cosa qui da fare: pregare , mentre i visitatori girano per la chiesa, testimoniando silenziosamente la propria fede, invocare su di essi lo Spirito Santo, amarli dal profondo dell’anima aprendo con essi un canale segreto. Qualcuno sente questa chiamata? Venga senza esitare, perché la preghiera è una scala che fa scendere Dio fra gli uomini e salire gli uomini a Dio …” .

Don Andrea Santoro stava pregando quel pomeriggio del 5 febbraio 2006, era inginocchiato all’altare della sua Chiesa e qualcuno venne, un uomo, un ragazzo di 16 anni che gridando “Allah è grande” sparò due colpi di pistole alla schiena di don Andrea che rimase privo di vita e salì a quel Dio che tanto amava.

(Franco Seccia, 5 febbraio 2020)