Israele ha annunciato che lascerà l’Unesco entro la fine del 2018 per i “sistematici attacchi” da parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite, dopo l’approvazione da parte della risoluzione che chiede al governo americano di non riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico (Haaretz). È stato il portavoce del ministero degli Esteri, Emmanuel Nahshon, a dare la notizia, facendo riferimento ai “tentativi” dell’Unesco “di disconnettere la storia ebraica dalla terra di Israele”, aggiungendo che la lettera formale sarà presentata all’agenzia Onu entro la fine di quest’anno.

Già in passato Israele aveva manifestato l’intenzione di lasciare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la Scienza e la Cultura, dopo che gli stessi Stati Uniti –  lo scorso ottobre scorso – dopo mesi di tensioni in Medio Oriente, avevano stabilito l’uscita “per la necessità di una fondamentale riforma dell’organizzazione e per i suoi persistenti pregiudizi anti-Israele“ (Il Fatto). Proprio il sostegno alla causa israeliana era stato alla base della decisione degli Usa: decisive in tal senso le risoluzioni votate dall’Organizzazione sulla questione israelo-palestinese, tra cui quella sulla città di Hebron, in Cisgiordania, dichiarata parte del patrimonio storico palestinese, e l’altra sulla Città Vecchia di Gerusalemme.

A sua volta il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato che rifiuterà qualsiasi piano di pace degli Usa (Times of Israel), Intanto continuano gli scontri tra palestinesi ed esercito israeliano: due dimostranti sono rimasti uccisi a Gaza.

(com.unica, 23 dicembre 2017)