[ACCADDE OGGI]

Tutto ebbe inizio da una nota diplomatica passata alla storia come la “Hull note”, dal nome del suo estensore il Segretario di Stato americano Cordell Hull, consegnata al governo giapponese il 26 novembre 1941. La “nota Hull”, ufficialmente denominata “Schema di una base proposta per l’accordo fra gli Stati Uniti ed il Giappone”, era praticamente l’ultimatum che attraverso talune condizioni inderogabili gli Stati Uniti d’America imponevano al Giappone: la rinuncia al  Patto tripartito stipulato da quest’ultimo con Germania ed Italia il 27 settembre 1940; il ritiro immediato di tutte le truppe giapponesi dall’Indocina francese e dalla Cina e il riconoscimento da parte  dell’Impero del Sol Levante del governo cinese di  Chiang Kai-shek.

Ma realmente chi fu o chi furono gli ispiratori di quella nota diplomatica così dura e dai toni che lasciavano presagire alla guerra tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America? Oggi, nel gran dibattito tra gli storici, anche e soprattutto americani, emerge in tutta evidenza la realtà. Il Presidente americano Franklin Delano Roosevelt era combattuto tra le ostilità crescenti nel suo paese che desiderava la neutralità dell’America rispetto alla guerra in Europa e le pressioni dell’Inghilterra di Churchill che, non contento degli aiuti di ogni genere che riceveva dagli americani, premeva perché gli States entrassero in guerra. Ma forse la vera ragione era nel fatto che Roosvelt aveva intuito, così come all’altro capo del mondo Stalin, che si presentava per l’ex Colonia Britannica, l’occasione storica per avere un ruolo unico e da supremazia globale nel futuro assetto del mondo a prescindere dalle attese del premier britannico Winston Churchill. Basti pensare alle numerose iniziative politiche e legislative messe in atto da Roosevelt fin dall’inizio del 1941, tutte mirate alla preparazione di un futuro impegno bellico mai pubblicamente ammesso.

Così come Iosif Stalin con il suo ambiguo comportamento nei confronti di Hitler e del Giappone, che mentre firmava il trattato di non aggressione con la Germania si faceva in quattro per far produrre il più potente mezzo cingolato che l’imminente conflitto conoscerà, quel famoso T34 che stupirà il mondo nella battaglia di Stalingrado. Stalin come Roosevelt era ben al corrente dei piani del Giappone dell’invasione verso le innumerevoli isole del Pacifico e le terre dell’Oceano Indiano e questo lo favorì enormemente per alleggerire il fronte orientale della Russia. Alcuni dati ormai accertati sembrano confermare l’ipotesi che l’amministrazione del presidente Franklin Delano Roosevelt non solo fosse a conoscenza dei piani giapponesi per l’invasione del Pacifico, ma che addirittura abbia operato per provocare l’attacco nipponico per vincere le resistenze dei neutralisti americani.

Resta il fatto che quella nota diplomatica consegnata all’ambasciatore nipponico ammiraglio Kichisaburo Nomura quel pomeriggio del 26 novembre 1941 fece dire al Primo Ministro giapponese, generale Hideki Tojo “Questo è un ultimatum” e scatenò il grido di Tora! Tora! Tora! I fatti successivi sono noti: la dichiarazione di guerra del Giappone agli Usa partì il giorno 6 dicembre 1941, ma misteriosamente si fermò in qualche ufficio. Il giorno dopo, alle ore 8, i rappresentanti diplomatici giapponesi a Washington si recano al Dipartimento di Stato per notificare la rottura delle relazioni tra i due paesi, ma alle ore 7,55, ora delle Hawaii, gli arei dell’ammiraglio Isoroku Yamamoto avevano iniziato il loro attacco alle navi americane nella Baia di Pearl Harbor dove il segnale d’allerta arrivò con un ritardo di 5 ore, nonostante che fin dalla sera del 6 dicembre gli Stati Uniti si erano preoccupati di mettere in allerta tutte le loro basi.

Molti in Giappone, fra i quali l’ex Capo di Stato Maggiore della Aeronautica militare giapponese, generale Toshio Tamogami, ritengono che la “nota Hull” fu lo strumento appositamente creato allo scopo di costringere il Giappone a dichiarare guerra agli Stati Uniti ed ai suoi alleati e perciò, sostengono che nella seconda guerra mondiale il Giappone non agì quindi in veste di aggressore.

Il Presidente Roosevelt definì l’8 dicembre 1941, il giorno dell’attacco giapponese alle Hawaii, “il giorno dell’infamia”. Ma il contrammiraglio americano Robert A. Theobald dinnanzi al Congresso degli Stati Uniti accusò il Presidente Roosevelt di aver favorito l’attacco nemico a Pearl Harbor pur essendo a conoscenza di quanto stava per accadere. Insomma il 26 novembre 1941 la “nota Hull” pose le basi per la storia recente del mondo così come la conosciamo.

(Franco Seccia/com.unica, 26 novembre 2019)