[Accadde Oggi]

Muore a Roma a soli 69 anni Guglielmo Giannini, napoletano di Pozzuoli, giornalista e commediografo, nonno di Sabina Ciuffini, politico fondatore de LUomo Qualunque, padre del qualunquismo. Prima di approdare al giornalismo era stato muratore e commesso in un negozio di stoffe, poi la passione per la scrittura lo portò ad affermarsi quale commediografo (Parole d’onore del 1923, Il castello di bronzo del 1931, La casa stregata del 1934, Mani in alto del 1936, Supergiallo sempre del 1936 e Il sole a scacchi del 1940). Fu anche autore di canzoni popolari (Maruska e Rosa di Malaga).

Non ci rompete più le scatolefu questo il motto de LUomo Qualunqueil periodico da lui fondato e poi tramutatosi in movimento politico che impaurì non poco la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, i maggiori partiti dellepoca. “LUomo Qualunque” fece proseliti soprattutto al Sud, dove otteneva il voto dei grandi proprietari terrieri spaventati dalla rivolte delle masse contadine (appoggiate dal Partito Comunista Italiano) e dagli ex-fascisti. Ottenne il 5,3% dei voti alle elezioni politiche del 1946, potendo così contare su 30 deputati all’Assemblea costituente.

Poi, il declino. Giannini le tentò tutte, cercò un’alleanza con la Democrazia Cristiana e il MSI, si avvicinò al leader comunista Palmiro Togliatti, si alleò con i liberali. Nel 1953 LUomo Qualunquesi sciolse mentre entrava definitivamente nel dizionario politico il termine qualunquismo.

Affinità con lattualità politica e il grillismo? Difficile dimostrarlo. La profonda diversità tra le due epoche storiche, non solo, ma la differente collocazione culturale dei due personaggi e il bacino elettorale così distante, rendono impraticabile questo sentiero di improbabili convergenze. Certo Guglielmo Giannini portò in politica una ventata di popolare anticonformismo e tutto senza rete.

(Franco Seccia/com.unica, 10 ottobre 2020)