Il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme: la crisi catalana rischia di danneggiare l’economia della Spagna (Bloomberg). Preoccupate anche le agenzie di rating Moody’s e Fitch.

Come preannunciato, dopo il banco Sabadel, anche la CaixaBank, prima banca catalana,  abbandona Barcellona e ha opta per Palma di Maiorca «finché resisterà l’attuale situazione in Catalogna». Il gruppo energetico Gas Natural andrà invece a Madrid. Intanto il governo spagnolo ha approvato un decreto che agevola il trasferimento delle sedi sociali delle imprese (Il Sole 24Ore). l presidente della nota azienda produttrice di spumante Cava, Freixnet, José Luis Bonet ha annunciato che proporrà al Cda di spostare la sede sociale fuori dalla Catalogna. 

Ma sarà davvero indipendenza? Il presidente Carles Puigdemont ha chiesto di intervenire all’Assemblea del Parlamento catalano martedì per “parlare della situazione politica”. Ma per l’ex presidente catalano Artur Mas in questo momento la Catalogna non è pronta per “un’indipendenza reale”.

Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo ha parlato delle violenze della polizia durante il referendum: “Posso solo chiedere scusa a nome degli agenti che sono intervenuti” (Repubblica). Intanto il capo della polizia catalana Josep Lluis Trapero è stato interrogato dal Tribunale di Madrid: rischia una condanna fino a 15 anni per non aver garantito la sicurezza dei colleghi della polizia spagnola (La Stampa). Sui fatti catalani è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani nella sua lectio magistralis tenuta a Roma: «Essere europei significa avere una bandiera europea insieme alla bandiera nazionale. E non si difende la bandiera europea distruggendo quella nazionale».

(com.unica, 7 ottobre 2017)