Centinaia di cittadini, anche su invito delle autorità catalane, hanno occupato pacificamente alcuni seggi dove domani si potrebbe votare per il referendum sull’indipendenza della regione dalla Spagna. Madrid ribadisce però che “non ci sarà alcun voto” e ha inviato 10mila poliziotti a Barcellona chiedendo alle forze dell’ordine di bloccare le operazioni senza violenza (El Mundo). “Semplicemente il referendum non deve esistere. Pena la stravolgimento dell’ordine legale. Siamo una democrazia europea del XXI secolo, non un Paese delle banane. La polizia ha ordini precisi della Procura e deve impedire di organizzare e realizzare il voto”, ha ribadito al Corriere della Sera Enric Millo, il «delegado» del governo spagnolo in Catalogna. Un giudice spagnolo ha ordinato a Google di chiudere la applicazione che spiega come votare al referendum. 

Sarà quindi scontro fino all’ultimo, in un clima di tensione e di incertezza sono a livelli altissimi. Il ‘Govern’ ha annunciato che saranno aperti 6.249 seggi in scuole, centri civici e sportivi, teatri, da Barcellona a Girona, dai Pirenei alla Costa Brava. L’Anc, una delle più influenti organizzazioni della società civile catalana, fa sapere che si prevedono code gigantesche. Per quei seggi che la polizia spagnola chiuderà sono previste “soluzioni alternative”, garantisce il vicepresidente Oriol Junqueras. Alla polizia la giustizia spagnola ha ordinato di sequestrare urne, schede e computer e recintare i seggi. Alcune organizzazioni indipendentiste hanno invitato ad occuparli, facendo resistenza passiva. I pompieri catalani e il sindacato dei contadini fra gli altri si sono impegnati a difenderli. I contadini catalani hanno invaso già oggi con i loro trattori in una sorta di prova generale il centro di Barcellona e le strade di tutto il paese in difesa del referendum. In Catalogna il 63% della popolazione dice che andrà comunque a votare.

“Abbiamo già vinto!”, ha detto il presidente catalano Carles Puigdemont nel comizio finale della campagna per il referendum di domenica: “Abbiamo sconfitto la paura, le minacce, le pressioni, le menzogne e le intimidazioni, di uno Stato autoritario”, e “ora tocchiamo quello che era un sogno”, l’indipendenza.

(com.unica, 30 settembre 2017)