“Metodi da matti, erano esagitati”. I verbali dell’audizione davanti al Csm del procuratore di Modena Lucia Musti scatenano un terremoto politico: Musti muove accuse di pressioni e metodi indebiti nei confronti di Gianpaolo Scafarto e Sergio De Caprio, i Carabinieri a cui la Procura di Napoli aveva affidato le indagini sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, la Consip, che coinvolgevano anche Tiziano Renzi. Insomma, un verminaio di infedeltà e manipolazioni, già emerso nelle plurime indagini per depistaggio, falso e segreto violato a carico di carabinieri, magistrati e giornalisti, trova un nuovo testimone eccellente, scrive oggi il Foglio. “Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”: così i due carabinieri si sarebbero rivolti al procuratore di Modena secondo il racconto della diretta interessata.

“Uno scandalo nato per colpirmi”, ha detto Matteo Renzi, recatosi dal padre per un chiarimento dopo le rivelazioni (Corriere). “Sono certo che alla fine il fango gettato contro di me e contro le persone a me vicine, si ritorcerà contro chi ha voluto colpirmi falsificando atti e prove”. All’interno del Pd molti parlano di golpe e tentativo di eversione. Secondo Scafarto fu il Pm di Napoli Henry John Woodcock, titolare dell’inchiesta e già indagato per rivelazione di segreto istruttorio, a fargli scrivere che i servizi segreti spiavano le loro indagini. Parole che hanno portato la procura di Roma ad aprire un altro fascicolo sul magistrato napoletano per falso. Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che arrestò Riina, parla invece di “linciaggio mediatico”, ma la ministra Pinotti ha invocato una procedura disciplinare nei suoi confronti. Le carte rivelano che a partire dal 2015 il procuratore Woodcock e gli ufficiali dei Carabinieri hanno in varie circostanze diffuso esiti di interrogatori parziali o manipolati che avevano come oggetto il presidente del Consiglio Renzi, scrive Carlo Bonini su Repubblica. La prossima settimana i verbali saranno trasmessi alla procura di Roma. Nella nostra democrazia anormale, commenta il direttore dello stesso giornale Calabresi, pezzi di apparati agiscono in modo eversivo.

(com.unica, 16 settembre 2017)