Al summit dei banchieri centrali in Wyoming le attese erano tutte sui discorsi della presidente della Fed Janet Yellen, il cui secondo e ultimo mandato è in scadenza, e di Mario Draghi, considerando che il Quantitative easing è in scadenza a dicembre. La presidente Yellen ha lanciato un monito indiretto a Donald Trump, che più volte ha detto di voler realizzare una deregulation allentando le maglie di norme e controlli per le banche: “Qualsiasi cambiamento dovrebbe essere modesto, le misure applicate dopo la crisi dei subprime del 2008 hanno reso il sistema più sicuro” (NewYorkTimes).

“La ripresa economica del mondo si sta rafforzando”, ha detto il presidente della Bce nel suo discorso, lanciando un messaggio contro il protezionismo che “mette a rischio la crescita economica globale”. Da Draghi non sono però arrivate le attese indicazioni di politica monetaria (Ansa). La riduzione effettiva del Qe avverrà gradualmente da inizio 2018, ma prima di allora gli acquisti di bond da parte della Bce aumenteranno, scrive il Wall Street Journal.  ”Uno dei temi che l’economia globale si trova ad affrontare e’ se i trend per una maggiore apertura” dei mercati che ”hanno caratterizzato gli ultimi tre decenni si stiano avvicinando alla fine. Le barriere commerciali – ha poi proseguito il presidente della Bce – sono aumentate, passando dal coprire l’1% dei prodotti nel 2000 all’attuale più del 2,5%, con la crisi che ha accelerato” la tendenza”. ”Quando la politica monetaria è accomodante, regole permissive possono porre di rischi di squilibri finanziari”: ”Un regime regolatorio forte come quello che abbiamo ora ha consentito alle economie di sopportare un lungo periodo di tassi bassi senza effetti collaterali sulla stabilità finanziaria”, ha sottolineato, chiarendo che ”non è mai un buon momento per regole permissive, e ci sono alcuni momenti in cui sono molto inopportune”. Draghi ha poi invitato a non dimenticare la crisi del 2008 e i danni che ha causato. ”Per alcuni i ricordi stanno svanendo” ammonisce. ”Non possiamo essere sicuri che non ci saranno nuove crisi” ma se ”ci ricordiamo i danni” che l’ultima ha creato e ”agiamo di conseguenza, possiamo sperare che il sistema finanziario e l’economia sperimenteranno meno crisi e recupereranno piu’ velocemente, risparmiando le famiglie e le aziende dalle difficolta”’ di dieci anni fa.

Intanto il presidente Usa terrà la prossima settimana un discorso in Missouri in cui spingerà per l’approvazione di una riforma fiscale con l’intenzione di farla approvare entro fine anno, ha detto il responsabile economico della Casa Bianca Gary Chon al Financial Times.

Sebastiano Catte, com.unica 26 agosto 2017