Stephen Bannon, architetto della campagna elettorale di Trump e poi suo capo della strategia, ha lasciato l’incarico. Era ai ferri corti con altri consiglieri del presidente e con alcuni membri della sua famiglia. La decisione, dice il comunicato ufficiale, è stata presa di comune accordo con l’amministrazione, ma la gran parte dei giornali scrive che Bannon è stato cacciato (Nyt). 

L’uscita di scena di Bannon rappresenta una vittoria per uno dei suoi nemici alla Casa Bianca, il capo dei consiglieri economici Gary Cohn, che secondo Cnbc diventa ora l’uomo più importante a Washington. Non a caso dopo la notizia Wall Street ha avuto un sussulto al rialzo (Reuters). Non illudetevi, scriveva il New Yorker, anche senza l’artefice del trumpismo Trump non cambierà. Bannon – fa notare il New York Times – sarebbe già pronto a tornare a Breitbart, il sito ultra conservatore di cui è stato direttore.

Ci si chiede ora se Trump sia rimasto solo. La perdita di questo uomo chiave, l’ennesimo a lasciare la Casa Bianca (Nyt), rischia di essere difficile da gestire per un presidente sempre più solo (Wsj). Ieri anche l’investitore Carl Icahn ha rinunciato al suo ruolo di consigliere speciale (Business Insider), mentre Mitt Romney ha criticato le parole di Trump sull’odio razziale (Washington Post). Proprio ieri il presidente ha tenuto una cena con i principali donatori per serrare le fila (Nyt).

Sullo sfondo appare un orizzonte particolarmente agitato. Le incertezze negli Stati Uniti e la minaccia del terrorismo hanno colpito le Borse: tutti negativi i principali listini globali, anche se Milano ha chiuso leggermente sopra la parità. Acquisti su oro e titoli di Stato dei Paesi più solidi, beni rifugio per eccellenza (Sole 24 Ore).

(com.unica, 19 agosto 2017)