A 36 anni da compiere (il prossimo 8 agosto) il campione svizzero batte nettamente in finale il croato Marin Cilic con il punteggio di 6-3, 6-1, 6-4.

Dopo averlo visto perdere malamente la semifinale dello scorso anno contro Raonic in pochi hanno creduto di poterlo rivedere trionfare ancora una volta sul prato di Wimbledon. Quello che per molti era apparso come il match simbolo di un inevitabile crepuscolo, per lo stesso Federer ha rappresentato invece il punto di partenza di una sfida entusiasmante con se stesso che lo ha portato, dopo un lungo e salutare stop anche per via di un ginocchio a pezzi, a conquistare quest’anno due slam e due Atp 100, oltre al recente trionfo, sempre sull’erba, ad Halle in Germania.

Con Nadal, Murray e Djokovic usciti anzitempo anche per via di acciacchi vari, il destino della finale appariva segnato in favore di Federer, che è arrivato all’appuntamento di oggi con Marin Cilic senza mai perdere un game. E in effetti è stata una gara senza storia: 6-3, 6-1, 6-4 il punteggio finale, pur condizionato da un infortunio a un piede del suo avversario. C’è stato solo un momento in cui la finale avrebbe potuto prendere una direzione diversa, quando nel quarto game del primo set il campione svizzero ha concesso una palla break all’avversario. Dopo averla neutralizzata Federer ha strappato quindi il break nel gioco successivo e si è aggiudicato i successivi 17 punti al servizio. Insomma è sembrata più una partita da primi turni eliminatori che la finale del più prestigioso torneo di tennis del mondo. 

La vittoria di oggi consegna alla storia del tennis alcuni record e numeri da ricordare. Anzitutto va ricordato che con le otto vittorie, Federer può vantare il record assoluto di vittorie sul prato di Wimbledon, precedendo William Renshaw (oltre un secolo fa) e Pete Sampras (anni ’90) con sette successi. Il campione svizzero è anche il primo a vincere il torneo londinese senza perdere un solo set dal 1976, quando fu Bjorn Borg a trionfare. È anche il più anziano vincitore di Wimbledon dell’era Open. In 131 anni di storia del leggendario torneo, solo quattro tennisti hanno vinto dopo aver compiuto 35 anni: Arthur Gore ne aveva 41 quando vinse nel 1909, Bill Tilden ne aveva 37 quando vinse nel 1930, Norman Brookes e Herbert Lawford ne aveva 36 rispettivamente nel 1914 e nel 1887. Inoltre Federer stabilisce il nuovo record assoluto rivincendo Wimbledon a 14 anni dalla prima volta, quando sconfisse in finale l’australiano Mark Philippoussis. “La classe di per sé non porta da nessuna parte”, così Federer ha risposto a un giornalista che gli chiedeva il segreto della sua longevità. E ha poi aggiunto che “dobbiamo necessariamente lavorare e conservare ogni giorno l’amore del gioco ogni giorno, così come per tutto quel che gravita intorno al tennis, le conferenze stampa, gli impegni mondani, ecc”. Insomma, a Wimbledon o altrove, anche quando il tuo nome è Roger Federer, devi saper coltivare il tuo giardino ogni giorno, con costanza maniacale.

Ma la vittoria di oggi va ben oltre i numeri e ha confermato ancora una volta che per Roger Federer Wimbledon è il teatro ideale per poter esprimere al meglio il suo talento e la sua personalità. Non solo per le indiscusse doti tecniche ed agonistiche ma anche per lo stile classico con cui esprime il suo gioco, per la sua eleganza innata, il suo incedere signorile, gli abiti ispirati alla tradizione che ci proiettano in un’epoca passata. Stuart Fraser, che lo segue da anni per il “Times” ce lo ha confermato di recente: “Se dovessimo scegliere il giocatore che meglio esemplifica Wimbledon, non avrei dubbi nel scegliere Roger Federer”. D’altra parte l’eleganza non è un ornamento, è necessaria al tennis di Federer. “Federer va contro tutto ciò afferma la storia del tennis” – ha scritto il filosofo francese André Scala. Vede se stesso come parte di questo sport, e farne parte significa appartenere alla sua storia. Gioca a tennis con un senso storico. Si sente uno storico del tennis, riportando talvolta il tennis al suo passato. Nella convinzione che il passato non abbia ancora esaurito il suo corso, egli riapre quello del tennis per tentare di realizzarne le potenzialità inespresse, non per rivolgersi a esso con nostalgia. “L’atteggiamento di Federer su un campo da tennis è classico, alcuni direbbero antico, superato, noi diremmo piuttosto inattuale” ha spiegato Scala. “Coerente con il suo rifiuto del coach, egli gioca a tennis senza ansimare, né inviare segnali positivi o negativi verso le tribune. Sembra indifferente ai suoi atti, non fa smorfie né urla”.

(Sebastiano Catte, com.unica 16 luglio 2017)