[ACCADDE OGGI]

Il 30 giugno 1932 il Commissario dell’Opera Nazionale Combattenti Valentino Orsolini Cencelli a cui erano state affidate tutte le opere per la bonifica dell’Agro Pontino pose la prima pietra per la fondazione della città di Littoria. Littoria era il nome di battesimo del nuovo grande centro urbano al centro della colossale bonifica che nelle intenzioni dei suoi fondatori doveva servire ad accogliere i pionieri nella corsa alla riconquista delle terre.

Alla posa della prima pietra della città disegnata dall’architetto Oriolo Frezzotti, lo stesso che consegnerà alla storia dell’architettura razionalista opere presenti a Sabaudia, non presenziò Mussolini che però qualche mise prima parlando dal balcone di uno degli alloggi per gli operai a Quadrato (quartiere generale degli operatori della bonifica situato nel territorio dell’attuale Latina) aveva annunziato che in quel luogo sarebbe sorta una grande borgata rurale capace di ospitare 5000 abitanti e a cui sarebbe stato imposto il nome di Littoria.

Questa assenza fece ipotizzare, e ancora oggi se ne discute, la contrarietà del capo del governo alla creazione di una città in quanto questo contrastava con la politica del regime tutta incentrata sull’incremento della popolazione rurale. Ma Mussolini sarà presente e in forma solenne il 18 dicembre sempre del 1932, appena dopo cinque mesi dalla posa della prima pietra, quando Littoria sarà inaugurata e, riferendosi alle tante borgate rurali che circondano la nuova città e che ricordano nel nome i luoghi delle battaglie della grande guerra, dirà: “Sarebbe questo il momento per essere orgogliosi. No! Noi siamo soltanto un poco commossi e coloro che hanno vissuto le grandi e tragiche giornate della guerra vittoriosa, passando davanti ai nomi che ricordano il Grappa, il Carso, l’Isonzo, il Piave, sentono nei loro cuori tumultuare i vecchi ricordi. Noi, oggi, con l’inaugurazione ufficiale del nuovo comune di Littoria, consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino”.

Ancora oggi, e qualche volta anche da parte delle istituzioni, si confonde la data della fondazione di Latina, battezzata Littoria, con quella della sua inaugurazione. In ogni caso Latina si avvia a passi spediti verso il secolo dalla sua fondazione immutata nel suo aspetto urbanistico anche se la crescita della città che è oggi la seconda città del Lazio per popolazione, qualche disordine provocato da amministratori poco accorti e irrispettoso lo avverte.

Resta, ed è questo un aspetto bellissimo, la sua vocazione di territorio capoluogo di provincia aperto a tutti coloro che amano la terra e che da essa trovano ricchezza e ragione di vita. Come giustamente sostiene il “fasciocomunista” Antonio Pennacchi, Latina con i suoi quattordici borghi di fondazione limitrofi è oggi ancora considerata un laboratorio di architettura e nelle sue strade e nelle sue piazze si intrecciano i nomi di Oriolo Frezzotti, Marcello Piacentini, Duilio Cambellotti, Angiolo Mazzoni. È e resta la città dell’accoglienza memore di un tempo di quando in quei luoghi c’era l’inferno e che il lavoro degli uomini con origini e lingua diversa resero un paradiso.

(Franco Seccia/com.unica 30 giugno 2020)