Il partito conservatore conquista 314 seggi ma non ottiene la maggioranza minima (326) per governare.

Il Regno Unito esce dal voto politico senza un governo, con un Parlamento senza alcuna maggioranza, secondo gli exit poll e le proiezioni, quando sono stati assegnati 638 seggi su 650 (Bbc). È una pesante sconfitta per il premier uscente, la conservatrice Theresa May, che aveva scommesso sulle elezioni anticipate per ottenere un forte mandato su Brexit dal popolo britannico.

Quando manca l’assegnazione di pochi seggi, il partito conservatore ha 313 seggi e non raggiunge la maggioranza minima di 326. In termini percentuali ha il 42,4% dei voti, e perde 11 seggi rispetto all’elezione del 2015. I laburisti di Jeremy Corbyn seguono con 258 seggi (40,2%, +28 seggi), il Partito Nazionale Scozzese con 34 (3,1%, -21), i Liberaldemocratici con 12 (7,1%, +5). L’Ukip, “vincitore” della Brexit, non ha nemmeno un seggio. Un sondaggio di Sky effettuato nel giorno del voto mostra come i laburisti avrebbero nettamente vinto tra i giovani mentre i conservatori siano avanti tra i più anziani. La lezione del voto è che fare bene le campagne elettorali conta, commenta l’Economist.

Jeremy Corbyn ha chiesto le dimissioni di May, che nella notte ha parlando genericamente di stabilità necessaria al Regno (Guardian). Il passo indietro di May sembra difficile da evitare. È possibile che i conservatori provino a cercare un governo di coalizione con i Libdem. I bookmaker scommettono già sul prossimo primo ministro: Boris Johnson. La domanda che ora tutti si pongono è questa: che tipo di Brexit sarà? La questione si complica ancora: il mandato per una “hard Brexit” non c’è, i tempi si allungano (Sky), i Libdem proveranno a richiedere un nuovo referendum. Intanto la sterlina crolla temendo un lungo periodo di instabilità.

(com.unica, 9 giugno 2017)