Più si usa Facebook, meno si è felici e si sta meno bene in salute. Questa la tesi che emerge da uno studio condotto dall’Università di Yale e della California e rilanciato ieri dal  Wall Street Journal. La ricerca, che mette il più noto dei social network sul banco degli accusati, è stata condotta in due anni su oltre 5mila persone ed è stata pubblicata sull’American Journal of Epidemiology.

“Le interazioni faccia a faccia migliorano il benessere. Con l’ubiquità dei social media sono emerse importanti questioni sull’impatto delle relazioni – dicono i ricercatori -. Abbiamo esaminato le associazioni che ci sono tra l’attività su Facebook e lo stato di salute fisica, mentale e la soddisfazione di vita. I risultati hanno dimostrato che in generale, l’utilizzo della piattaforma non è associato al benessere”. Ad esempio, sottolinea la ricerca, se alla pubblicazione di un post non corrisponde un numero di ‘mi piace’ giudicato sufficiente c’è un peggioramento del 5-8% dello stato fisico e mentale. I ricercatori hanno monitorato 5.208 adulti, accedendo direttamente alle loro attività su Facebook per due anni, tra il 2013 e il 2015.

“Questi risultati possono essere rilevanti anche per altri tipi di social network – osservano Holly B. Shakya e Nicholas A. Christakis, autori dello studio -. La cosa complicata dei social media è che mentre li usiamo, abbiamo l’impressione che ci stiamo impegnando in un’interazione sociale significativa. I nostri risultati suggeriscono invece che la natura e la qualità di questo tipo di connessione non sostituiscono l’interazione del mondo reale di cui abbiamo bisogno per una vita sana”. 

Negli ultimi mesi, altri due studi hanno messo in luce in maniera negativa l’uso di social media da parte di teenager e adulti, ricorda il Wsj. Il primo, condotto su 1787 statunitensi, ha evidenziato come il loro utilizzo intenso accresca un sentimento di isolamento; l’altro, su un campione di 1500 cittadini britannici, ha evidenziato come alcuni siti, soprattutto quelli basati su immagini, facciano aumentare nelle persone sentimenti di ansia e inadeguatezza. 

(com.unica, 30 maggio 2017)