[ACCADDE OGGI]

Un caso che ancora divide gli storici, un volo in piena guerra in terra nemica e non per portare morte: un volo di pace? Il 10 maggio 1941, a distanza di 18 mesi dello scoppio della guerra tra Germania e Inghilterra, quando le sorti di quel conflitto potevano ancora considerarsi a favore della Germania, Rudolf Hess, vice di Hitler e da tutti considerato suo successore, decollò da Augsburg in Baviera a bordo di un Messerschmitt Bf 110 con destinazione la Scozia e precisamente il castello del duca Douglas Hamilton.

Vi giunse nella tarda serata paracadutandosi nei dintorni del castello e presentandosi alla polizia britannica che lo catturò come il cittadino tedesco Alfred Horn amico del duca di Hamilton. Il duca immediatamente avvisato dalla polizia si recò a far visita al prigioniero riconoscendolo come l’uomo molto importante della gerarchia nazista da lui incontrata a Berlino qualche anno prima durante i giochi olimpici. Hamilton avvisò subito Churchill di quell’inaspettato arrivo e poi… mistero con l’unica certezza dell’inizio della lunghissima prigionia di Hess durata 46 anni.

Resta senza risposta la domanda sul perché Rudolf Hess solo e senza apparente investitura decise di volare in Gran Bretagna? In parte c’è una mezza risposta condivisa dagli opposti schieramenti sia pure da angolazioni diverse: Hess voleva interessare il duca di Hamilton considerato non nemico giurato della Germania a una proposta di pace che ponesse fine al conflitto. Ma si trattava di una sua iniziativa personale all’insaputa di Hitler? Così affermerà lo stesso dittatore tedesco qualche giorno dopo in un discorso alla radio chiamando traditore il suo vice.

Dall’altra sponda Churchill dirà che Hess era un malinconico visionario bruciato dalla follia e intimorito dalle sciagure della guerra. Per la parte tedesca la reazione di Hitler era concordata con lo stesso Hess nel caso del fallimento della missione, come dimostrerebbe la lettera che egli scrisse prima di partire al suo capo, una lettera rinvenuta e pubblicata in un dossier della Mondadori a metà degli anni ’70. Oggi, insomma, non resta dubbio sul fatto che il volo di Hess avesse uno scopo di pace. Tutti i dubbi permangono sul fallimento di quella missione ancorché condivisa e concordata.

Rudolf Hess pagherà pesantemente e sarà condannato al carcere a vita a Norimberga perché considerato colpevole di “cospirazione per aver commesso crimini contro la pace” e per “aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d’aggressione“. Anche la sua morte il 17 agosto 1987 a 93anni nel carcere di Spandau, finirà per infittire il mistero: suicida o assassinato? Non lo sappiamo, è tutto avvolto dalle nebbie di quell’inspiegabile volo in Scozia del 10 maggio 1941.

(Franco Seccia/com.unica, 10 maggio 2019)