L’Isis rivendica le stragi. Gli attentati sono stati compiuti a Tanta e ad Alessandria. Il cordoglio di Papa Francesco, che sarà in visita in Egitto a fine aprile.

Due attentati hanno insanguinato la Domenica delle Palme in Egitto. La prima esplosione è avvenuta nella città di Tanta, nella regione del delta del Nilo, a oltre 90 chilometri a nord del Cairo provocando la morte di 27 persone e 78 feriti. La tragedia ha colpito la chiesa Mar Girgis, al cui interno dove si trovavano 2.000 persone. Il generale Tarek Atiya, viceministro dell’Interno addetto alle comunicazioni con i media ha dichiarato all’agenzia AFO che sono state colpite in particolare le prime file, in prossimità dell’altare. La polizia ha arrestato due persone sospettate di essere coinvolte nell’attentato: lo rivelano l’emittente Al Arabya e la tv di Stato egiziana. Inizialmente si è pensato a un attentato da esplosivo, incollato sotto una sedia e telecomandato a distanza, ma nelle ore successive ha preso piede l’ipotesi del kamikaze. Una donna, una delle persone che si sono radunate davanti alla chiesa dopo l’evento per esprimere solidarietà e cordoglio ha raccontato di aver visto fuggire tre uomini, sostenendo che suo fratello ne avrebbe “preso uno”.

Il secondo attentato per mano di un kamikaze (in questo caso non ci sono dubbi) è avvenuto davanti alla chiesa di San Marco ad Alessandria. Il bilancio provvisorio è di 16 morti e 41 feriti. Il terrorista si è fatto saltare in aria davanti all’ingresso, dopo aver tentato invano di entrare nella cattedrale ed essere stato bloccato da tre addetti all’ordine pubblico, rimasti uccisi dalla deflagrazione. Nel momento dell’esplosione il Patriarca della chiesa copta egiziana Tawadros II stava celebrando la messa. “Questi atti insensati non danneggeranno l’unità di questo popolo e la sua coesione – ha poi detto la massima autorità religiosa cristiana locale al premier Sherif Ismail, che lo ha chiamato per offrigli solidarietà e cordoglio -. “Gli egiziani sono uniti di fronte a questo terrorismo fino a quando sarà sradicato”. All’interno della cattedrale non ci sono stati né feriti né danni.

I due attentati sono stati rivendicati dall’Isis attraverso l’agenzia Amaq. l presidente Abdel-Fattah al-Sisi ha espresso ferma condanna per l’atto terroristico e ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio nazionale di Difesa per discutere “le conseguenze” e le misure da adottare dopo gli attacchi. Non è la prima volta che la minoranza cristiana dei copti è stata presa di mira dagli estremisti islamici in questi anni. Gli attacchi – ricorda oggi Il Foglio – sono aumentati con la rimozione dell’ex presidente dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, in seguito al colpo di stato del 2013 da parte del generale, e attuale presidente, Abdel Fattah al Sisi, che ha poi dichiarato fuori legge la Fratellanza. Una mossa che ha radicalizzato le posizioni tra islamisti e cristiani, considerati dai sostenitori di Morsi tra i principali sostenitori del colpo di stato. Lo scorso 1° aprile un’altra bomba era esplosa davanti a un centro di addestramento della polizia.

Papa Francesco, che è atteso in Egitto per il 28 e il 29 aprile prossimi ha espresso profondo dolore per quanto avvenuto durante la recita dell’Angelus (quando si sapeva solo del primo attentato). “Preghiamo – ha detto il Papa in piazza San Pietro a conclusione del rito della Domenica delle Palme – per le vittime dell’attentato compiuto purtroppo oggi, questa mattina, in una chiesa copta. Al mio caro fratello, papa Tawadros II, alla Chiesa copta e a tutta la cara nazione egiziana esprimo il mio profondo cordoglio, prego per i defunti e i feriti e sono vicino ai famigliari e all’intera comunità”. Nel pomeriggio è arrivata anche la condanna del presidente Usa Donald Trump. “Gli Stati Uniti condannano fortemente. Ho grande fiducia nel fatto che il presidente Al Sisi gestirà la situazione in modo appropriato”.

(com.unica, 9 aprile 2017)