Un attacco con armi chimiche ha colpito diversi civili di Khan Shaikhun, una cittadina a Sud di Idlib, in Siria, nella zona controllata dai ribelli. Secondo le testimonianze i morti sarebbero almeno 58 e centinaia le persone colpite, tra cui anche bambini e donne. Varie fonti vicine ai ribelli pensano si tratti di un intervento con il gas sarin, una sostanza velenosa solitamente prodotta nei laboratori militari (Reuters) che agisce in modo rapidissimo ed è molto difficile da produrre fuori da laboratori militari. Fu proprio l’utilizzo di questo gas nell’agosto del 2013 a provocare a Damasco un massacro in cui morirono 1.400 persone.

L’Amministrazione Trump condanna il regime del presidente siriano Bashar el Assad per l’attacco “atroce” e “brutale” definendolo conseguenza della politica debole e irresoluta di Barack Obama che non intervenne in Siria. Damasco nega ogni coinvolgimento. Il segretario di stato americano, Rex Tillerson, aggiunge che su Russia e Iran gravano “grandi responsabilità morali” per l’accaduto (Bbc). Per gli Stati Uniti, però, la cacciata di Assad non è una priorità al momento.

Oggi si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Serve un’inchiesta per trovare i responsabili, chiede il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson. L’alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, parla di “primaria responsabilità del regime”.

(com.unica, 5 aprile 2017)