Nel 1970 aveva fondato con altre giornaliste “Effe”, la prima rivista femminista in Italia.

E’ morta a Roma Agnese De Donato, giornalista, fotografa, personaggio della Roma mondana e culturale degli anni 70-80. Era nata a Bari (l’età voleva rimanesse un fatto privato), ha sempre vissuto e lavorato a Roma. Aveva fondato nel ’57 la libreria ‘Ferro di Cavallo’ in Via di Ripetta, con annessa galleria e spazi per mostre d’arte e fotografiche, uno spazio dove si incontravano i maggiori poeti, artisti e giornalisti dell’epoca e che sfoggiava con disinvolta allegria le opere di autori diversi: la pop art italiana e americana, i Novissimi, il Gruppo ’63, ma anche i vecchi grandi poeti, (Ungaretti, Sinisgalli, Tzara, Pound, Guillen, De Libero, Frassineti, Bertolucci, Pasolini) e gli artisti visivi come Burri, Afro, Capogrossi, Novelli, Perilli. Dopo questa esperienza decennale (rievocata nel volume “Via Ripetta 67”, edito da Dedalo nel 2005), aveva cominciato a lavorare come giornalista e fotografa.

Ha collaborato a lungo con i quotidiani “Paese Sera” e “La Gazzetta del Mezzogiorno” e con molti periodici, fra cui “L’Espresso”, “Cosmopolitan”, “Panorama”. Da decenni si occupava di ufficio stampa di danza e teatro, oltre alle già citate istituzioni aveva seguito l’Arterballetto alla ‘Piramide’ di Memé Perlini, il Festival di danza di Castiglioncello, la rassegna ‘Oriente Occidente’ di Rovereto, la ‘Fiumara d’Arte’ di Antonio Presti. Stava curando la mostra fotografica, dal titolo ‘Anni 70… Io c’ero’, in programma la prossima primavera presso la galleria De Crescenzo-Vieste.

Di seguito il ricordo apparso su Facebook a firma di Nico Valerio: “Figlia d’un ricco avvocato e sorella dell’editore omonimo, dopo una giovinezza alto-borghese, agiata e convenzionale (abiti da gran sera, bel mondo, palchi in teatro, perfino l’avveniristica Mercedes 300-SL ad “ali di gabbiano” delle star, il massimo per l’epoca), è stata nella seconda parte della sua vita, sperimentate le avversità personali e familiari e scoperte le disparità sociali, una notissima protagonista della Roma intellettuale negli anni 70 e 80. Intelligente, estroversa, multiforme, impegnata a Sinistra ma dotata del contravveleno dell’ironia e dell’undestatement, femminista della prima ora, Agnese fu la molla organizzativa della rivista “Effe”, accanto ad Adele Cambria, Daniela Turone e Grazia Francescato. Donne amanti della vita e piene di humour che da sole smentivano gli stereotipi delle “femministe antipatiche e anti-maschi”. Ma professionisti e amici la ricorderanno piuttosto come simpatica e sempre disponibile libraia, gallerista d’arte, fotografa, soprattutto mitica addetta stampa di teatri, eventi culturali e gallerie d’arte, perfino mecenate (quanto ha aiutato lo squattrinato e geniale poeta Zeichen!), collaboratrice di giornali e scrittrice. Ora non c’è più.

(Nadia Loreti/com.unica, 7 marzo 2017)