Nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Bbc il Ceo di Facebook ha presentato il suo manifesto per una comunità globale e si è detto preoccupato per la marea montante contro la globalizzazione. Fake news, visioni polarizzate e “filter bubble” danneggiano il sentire comune secondo Zuckerberg.

“Un’industria delle notizie solida è fondamentale per la costruzione di una comunità informata”, ha affermato, anche se c’è ancora molto altro da fare per sostenere questa industria in modo da assicurare che questa funzione sociale sia sostenibile nel tempo. Per il giovane imprenditore è importante offrire non tanto visioni discordanti dello stesso evento, quanto comporre le varie prospettive in un quadro generale, per evitare polarizzazioni estreme, che spaccano la comunità. “Dobbiamo continuare – ha scritto in un post in cui ha spiegato più nei dettagli questo concetto – a promuovere ancora e incrementare la diversità mentre rafforziamo la nostra comprensione in modo che la nostra comunità possa avere il più positivo impatto possibile sul mondo”. Per raggiungere questo obiettivo sarà fondamentale l’apporto che arriverà dall’Intelligenza Artificiale, che negli ultimi anni ha compiuto progressi importanti nella capacità di comprendere testi, foto e video e per poter valutare se essi contengono espressioni di odio, violenza grafica, contenuti sessualmente espliciti, e altro ancora.

Zuckerberg non ha tralasciato di soffermarsi sulle crescenti responsabilità di cui devono farsi carico coloro che gestiscono i social network: “Negli ultimi dieci anni, Facebook si è focalizzato nel mettere in contatto amici e familiari. Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di sviluppare l’infrastruttura sociale per la nostra comunità – per sostenerci, per tenerci al sicuro, per informarci, per l’impegno civico e per l’inclusione. Così l’attenzione non è solo per i tre miliardi e mezzo di persone non ancora connesse a internet, ma anche per il miliardo e 870 milioni di utenti di Facebook, perché la comunità più grande del mondo trovi gli strumenti e le norme per regolarsi da sola.” Facebook c’è per avvicinarci di più e costruire una comunità globale: “Quando abbiamo cominciato, questa idea non era contestata… Ma ora, nel mondo ci sono persone lasciate indietro dalla globalizzazione e movimenti che spingono per il tirarsi indietro dalla connessione globale”. Ci sono minacce che sono “sempre più crescenti”, come il terrorismo, i disastri naturali, le crisi dei rifugiati, e il cambiamento climatico, che “hanno bisogno di risposte coordinate”.

Zuckerberg, senza fare alcun riferimento all’attuale presidente, ha anche chiarito che in futuro non si candiderà a presidente degli Stati Uniti, ma questo non significa disinteresse per la politica e per le sue delicate implicazioni. “La più grande opportunità che abbiamo è – scrive – quella di aiutare le persone ad impegnarsi proattivamente tutti i giorni nelle cause che sono importanti per loro, e non solo ogni qualche anno nelle urne”. Il punto di partenza per un maggior impegno civico nell’attuale processo politico è quello di sostenere il voto in tutto il mondo – prosegue Zuckerberg. “Il dato concreto sono i due milioni di americani che grazie alle comunità del social network hanno potuto registrarsi per esercitare il loro diritto di voto nelle ultime elezioni americane. Ma il nostro mondo è più connesso che mai, e affrontiamo problemi che superano i confini nazionali”. Insomma una visione di “comunità globale” molto simile a quella di un’immensa nazione planetaria.

(Sebastiano Catte/com.unica, 17 febbraio 2017)