Il Partito democratico terrà un congresso anticipato in tempi brevi, forse già ad aprile. Al termine della direzione di ieri è passata la linea del segretario Matteo Renzi, sintetizzata da una mozione della maggioranza approvata con 107 voti a favore, 12 contrari e 5 astenuti. Non è stato votato il documento della minoranza che chiedeva l’appoggio al governo Gentiloni fino a scadenza della legislatura. Renzi ha fatto tuttavia intendere che non c’è l’urgenza di andare al voto: “Il congresso del Pd non si fa per decidere quando si fa alle elezioni politiche: prima o poi si andrà a votare. Il congresso serve per essere pronti quando ci sarà il voto”. Contro l’ipotesi di elezioni anticipate si è schierato anche l’ex premier Romano Prodi: “Si voti al tempo dovuto, nel 2018, con collegi uninominali”.

L’assemblea nazionale verrà convocata nel weekend per avviare l’iter congressuale, ma occorre anche che Renzi si dimetta da segretario. Il congresso si svolgerà con le stesse regole del 2013, quando l’ex premier sconfisse Cuperlo e Civati. Sulla base di queste risultano ammessi all’elezione del Segretario nazionale i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il 15% dei voti in almeno cinque regioni o province autonome.

“Si chiude un ciclo, diamo la scelta al popolo”, ha detto Renzi tracciando un bilancio dei suoi tre anni da segretario. E mandando un messaggio alla minoranza: “Chi perde, il giorno dopo dia una mano”. L’accordo con Franceschini, scrive la Stampa, fa slittare le urne a dopo l’estate, più probabilmente a fine legislatura. Ma secondo Repubblica l’ex premier non ha abbandonato l’idea di votare a settembre. Lo spetto scissione è però tutt’altro che scongiurato. I bersaniani chiedevano tempi più lunghi e una grande conferenza programmatica. Il governatore della Puglia Michele Emiliano è il primo degli oppositori di Renzi a candidarsi a segretario, ma c’è anche una “terza via”: il Guardasigilli Orlando si sfila dalla maggioranza e potrebbe correre: “Così ci schiantiamo”.

(com.unica, 14 febbraio 2017)