Le forze irachene hanno lanciato un nuovo attacchi contro il cosiddetto Stato Islamico (IS) a Mosul, nella parte orientale della città. È la seconda fase dell’offensiva nei confronti dell’ultima grande roccaforte dell’Isis in Iraq, che ha avuto inizio nel mese di ottobre. Le forze irachene hanno attaccato in tre direzioni aprendo due nuovi fronti.

La campagna segna la fine di una tregua nei combattimenti nelle ultime settimane. Il comandante delle forze speciali a Mosul orientale, il generale Abdul-Wahab al-Saadi, ha detto all’agenzia di stampa AP che l’attacco è stata sferrato dopo l’arrivo di consistenti rinforzi e ha poi aggiunto che a partire da ieri, le truppe si trovavano a meno di 3 km (2 miglia) dal fiume Tigri, che divide la città. Lunedì scorso l’ultimo ponte in funzione sul Tigri è stato “disattivato” da un attacco aereo della coalizione, condotto “su richiesta del governo iracheno”.

Mosul aveva cinque ponti poco prima che le forze filo-governative avessero lanciato la loro offensiva per riconquistare la città. L’operazione è avvenuta nonostante il parere contrario dell’Onu: la distruzione dei ponti della città infatti potrebbe ostacolare l’evacuazione di oltre un milione di civili. Più di 100.000 persone hanno abbandonato finora le loro case in ed intorno a Mosul e funzionari delle Nazioni Unite avvertono che questa cifra è destinata ad aumentare sotto la pressione delle forze filo-governative.

L’offensiva per riconquistare la città di Mosul è stata lanciata il 17 ottobre, più di due anni dopo che le milizie jihadiste avevano conquistato la città, prima ancora di prendere il controllo di gran parte dell’Iraq settentrionale e occidentale. L’avanzata si era però più volte arrestata dopo che le truppe irakene sono state prese di mira da cecchini, attentatori suicidi e bombardamenti. Nell’operazione sono coinvolte forze di sicurezza irachene, combattenti curdi peshmerga, membri di tribù arabi sunniti e miliziani sciiti, assistiti da aerei da guerra della coalizione a guida Usa e da consiglieri militari.

(com.unica, 30 dicembre 2016)