Gli ebrei cagliaritani tornano nella juderia cittadina – il quartiere giudeo in lingua sarda – dopo 524 anni dalla cacciata dal Ghetto, avvenuta con decreto di espulsione del 31 luglio 1492. (da “L’Unione Sarda“)

Questo pomeriggio si è tenuta la cerimonia dell’accensione del 5° lume del candelabro della festa di Channukkà, a fianco alla ex sinagoga di Cagliari, in via Santa Croce, già vico dei Giudei, a cura della neonata Associazione culturale Alef-Iod Sardegna Ebraica in concerto con l’Associazione Sardos pro Israele. “È stata una cerimonia breve, secondo il rito sefardita, ma intensa – spiega Sergio Caschili, presidente dell’Associazione -. L’officiante ha letto le due benedizioni relative, ha acceso al 5° candela del candelabro e abbiamo recitato il salmo del Channukkà. Poi è stata la volta di due canti tipici a cura degli ebrei yemeniti, molto apprezzati nella comunità ebraica per la loro grande tradizione nel canto e nella recita” e della distribuzione di dolci tipici della tradizione ebraica. “La data di oggi è stata scelta dall’Associazione – spiega Caschili – per festeggiare insieme ai nostri amici cristiani che ci hanno chiesto di assistere alla cerimonia”. L’Associazione è stata poi a disposizione dei cagliaritani per rispondere a curiosità e approfondire la conoscenza della religione ebraica. Insieme ad una trentina di persone, ha partecipato alla manifestazione anche il Presidente del Consiglio Comunale di Cagliari Guido Portoghese, che ha portato i saluti dell’Assemblea civica e il presidente dei Sardos pro Israele, Mario Carboni.

CHE COS’E’ IL CHANNUKKA’ – Channukkà è la festa dei Lumi, che si festeggia il 25 del mese di Kislev che coincide quest’anno con il 24 dicembre e dura otto giorni e ha origini storiche. Il termine Chanukkà significa letteralmente inaugurazione infatti dopo la vittoria dei Maccabei, il Tempio fu liberato dagli idoli del paganesimo e fu riconsacrato al culto dell’unico Dio. Fu a suo tempo stabilito che tutti gli ebrei delle generazioni future celebrassero tale ricorrenza per otto giorni tanti quanti durò l’ampolla d’olio che servì ad accendere il lume del Tempio per la sua riconsacrazione. Sulla base di questa leggenda per otto sere gli ebrei di tutto il mondo accendono sia nelle sinagoghe, sia nelle loro case speciali lampade dette Chanukkioth.

LA STORIA DEGLI EBREI A CAGLIARI – La presenza di ebrei a Cagliari e in Sardegna è riconosciuta dal VI secolo in una lettera di papa Gregorio Magno all’arcivescovo di Cagliari. Nel XIII e XIV secolo, sotto i pisani e quindi sotto Alfonso il Benigno agli ebrei fu concesso di vivere in una parte del castello della città nella zona di Santa Croce e di esercitare liberamente i commerci. Nel 1348 in Europa con la diffusione della la peste nera che mieté numerosissime vittime, si indicarono ovunque gli Ebrei come i diffusori della malattia, fatto che diede inizio a persecuzioni e di soprusi. Ma in Sardegna nessuno si scagliò contro i giudei e nessuno li perseguitò. Neppure dopo il 1492 quando i re spagnoli, los Reyes Católicos Ferdinando II d’Aragona e Isabella I di Castiglia, firmarono un decreto di espulsione degli Ebrei dal Regno, sotto il quale si trovava l’Isola, a meno che non decidessero di convertirsi al Cristianesimo.

LE FUGHE E LE CONVERSIONI AL CATTOLICESIMO – Gli ebrei del Regno di Aragona furono perseguitati e costretti ad andar via dal Regno. In Sardegna gran parte dei Giudei Cagliaritani, circa 70 famiglie, e di Alghero si convertirono al cattolicesimo pur di non lasciare la loro casa e i loro affetti, dando vita alle comunità di ‘Conversos’ o ‘Marrani’ dei quali rimane ampia traccia nella cultura sarda. Molti, derubati e in conduzioni precarie partirono per Napoli, Livorno, il Nord Africa o Istanbul e in Sardegna e a Cagliari non ci furono denuncie o persecuzioni tranne in seguito da parte dell’Inquisizione spagnola che venne istituita proprio nel1492.

Coloro che abiurarono modificarono i cognomi come Sollam in Solle e Sollai, Bonfill in Bonfiglio, Nathan in Naitana e Naitza, Manahem in Manai, Farsis in Farris (già presente). Ampie tracce dell’ebraismo infatti sopravvivono in Sardegna attraverso i cognomi: Addari, Alba, Arba, Aroni, Bacchis, Campus, Casula, Deiana, Elias, Farina, Gaias, Lai, Lecca, Macis, Mameli, Manca, Mancosu, Matta, Mossa, Nonnis, Olla, Pala, Piga, Raccis, Salis, Sanna, Sarais, Secci, Serra, Tedde, Tola, Urru, Zara, Zurru, Zizi. Ma sono solo alcuni di quelli presenti nell’Isola con radici ebraiche.

(L’Unione Sarda, 29 dicembre 2016)