Paolo Gentiloni ha ufficialmente formato la nuova squadra di governo: il 64esimo presidente del Consiglio e i suoi ministri hanno prestato giuramento ieri sera al Quirinale. Il nuovo premier ha annunciato di voler proseguire “nell’azione di innovazione” del suo predecessore. Le priorità del programma di governo saranno il lavoro e, all’interno dell’Unione europea, le politiche migratorie comuni e una politica economica orientata alla crescita. La minoranza Pd ha presentato un documento in cui si chiede “discontinuità nell’azione di governo”, pena il rischio di una ulteriore erosione di consensi.

Questa mattina alle 11 ci sarà il primo voto di fiducia alla Camera, entro mercoledì anche quello del Senato, in modo da permettere al neo presidente del Consiglio di partecipare al Consiglio europeo di giovedì. La maggioranza non dovrebbe essere in dubbio, ma sarà risicata soprattutto dopo la defezione dei 18 parlamentari dell’Ala di Denis Verdini. Mentre cresce in Parlamento il fronte di chi non vuole andare alle urne, Grillo annuncia una grande manifestazione “per la democrazia” entro il 24 gennaio.

Tra le novità più significative nella composizione del governo spicca quella di Angelino Alfano, che passa dal ministero dell’Interno agli Esteri, con Marco Minniti che lo sostituisce al Viminale. Poi due nuove nomine all’Istruzione (Valeria Fedeli al posto della silurata Stefania Giannini) e ai Rapporti con il Parlamento (Anna Finocchiaro); diventano ministri i sottosegretari uscenti Luca Lotti, con delega allo Sport, e Claudio De Vincenti, con delega alla Coesione Territoriale e al Mezzogiorno; Maria Elena Boschi non è più ministra ma diventa Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio.

(com.unica, 13 dicembre 2016)