Secondo la tv di Stato siriana le forze governative controllerebbero il 99% di Aleppo, mentre i ribelli si sono ritirati da altri sei quartieri. Per Assad è la maggiore vittoria dall’inizio della guerra, nel 2011. L’Osservatorio siriano per i Diritti umani parla di almeno 60 vittime mentre l’Onu denuncia violenze contro un gran numero di civili e si temono esecuzioni sommarie (Guardian): i residenti della zona orientale di Aleppo hanno inviato messaggi disperati implorando la comunità internazionale per salvare i civili nei quartieri assediati della città siriana. “La battaglia di Aleppo orientale dovrebbe finire in fretta. I ribelli non hanno scampo: devono arrendersi o morire “, è quanto ha dichiarato il tenente generale Zaid al-Saleh, capo del comitato di sicurezza di Aleppo per conto del governo ai giornalisti nella sede del quartiere di Sheikh Saeed.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha espresso “grave preoccupazione” per le notizie non verificate di atrocità contro un gran numero di civili, tra cui donne e bambini. In una nota stampa, Ban ha sottolineato l’obbligo di tutte le parti “per proteggere i civili e di rispettare il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. La responsabilità di questa situazione va attribuita al governo siriano e ai suoi alleati”. Jan Egeland,  consulente umanitaria delle Nazioni Unite sulla Siria ha detto che i governi siriano e russo devono essere ritenuti responsabili di eventuali atrocità commesse dalle milizie fedeli ad Assad.

Ci sono poi altri fronti di battaglia. Gli alleati di Damasco nella giornata di ieri hanno bombardato pesantemente, anche con il gas, la città di Palmira, tornata domenica sotto il controllo dell’Isis, causando decine di morti. Gli intensi raid aerei russi seguiti al blitz di Daesh, sono ancora in corso sulle postazioni dell’Isis dentro e fuori Palmira. Lo riferiscono fonti vicine al governo siriano. L’avanzata jihadista comunque sarebbe stata bloccata. Ma i miliziani del Califfato si sono presi diversi villaggi e giacimenti a sud-ovest della città. 

Sul dramma siriano si è espresso anche Papa Francesco che ha scritto una lettera al presidente siriano per chiedere una soluzione pacifica del conflitto, la protezione dei civili e l’accesso degli aiuti umanitari, condannando “ogni forma di estremismo e di terrorismo”. La missiva è stata consegnata direttamente nelle mani di Bashar al-Assad dal cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria nel corso di un incontro avvenuto ieri. Nel testo si fa riferimento a quanto affermato solo poche ore prima dallo stesso Bergoglio a piazza San Pietro nell’Angelus di domenica 11 dicembre: “Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate…purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede”.

(com.unica, 13 dicembre 2016)