La rivelazione secondo cui la Russia sarebbe intervenuta con i suoi hackeraggi nelle elezioni Usa per aiutare Donald Trump a conquistare la Casa Bianca ha scosso nella giornata di ieri gli Stati Uniti. Uno scoop del Washington Post è arrivato poco dopo che Barack Obama – prima di concludere il mandato il 20 gennaio – aveva ordinato alla Cia un completo riesame sulle attività di sabotaggio informatico legate alle presidenziali americane. Grazie a queste interferenze sono state fornite a Wikileaks le mail dell’ex direttore della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, e del Partito democratico. Durante la campagna elettorale secondo l’intelligence americana gli hacker russi avrebbero violato anche i server del partito repubblicano, senza però diffondere le informazioni rubate al Grand old Party. È quanto si legge sul New York Times, in un articolo in cui si sostiene che la conclusione della Cia sul tentativo di Mosca di favorire Donald Trump si basa anche su questa scoperta.

Prima di questi ultimi sviluppi, in una intervista pubblicata questa settimana su Time, lo stesso Donald Trump aveva ribadito di non credere all’interferenza russa e di ritenere le precedenti conclusioni dell’intelligence politicamente motivate. ”Questa è diventata una storia ridicola, non un argomento di conversazione. Ogni volta che faccio qualcosa, loro dicono ‘Oh, la Russia ha interferito”, ha detto il presidente eletto. Un banco di prova sulla credibilità di Trump in tal senso sarà rappresentato dalla nomina del segretario di stato. Secondo indiscrezioni autorevoli pare che molto probabilmente la scelta cadrà sul Ceo di Exxon Mobil Rex Tillerson, che negli anni scorsi ha chiuso molti accordi energetici con il leader del Cremlino Vladimir Putin ed è contrario alle sanzioni contro Mosca. Una nomina che si presterebbe ad ulteriori sospetti.

(com.unica, 11 dicembre 2016)