Si chiude oggi la campagna elettorale per il referendum costituzionale di domenica. La sfida più attesa nelle piazze è quella tra Renzi e Grillo, che terranno i loro ultimi comizi a Firenze e Torino. 

Il premier Renzi, intervistato da Il Foglio e dal Corriere della Sera, lancia i suoi ultimi appelli. “Non sarò mai uno che si barcamena – ribadisce al Corsera – Con la vittoria del Sì viene garantita la stabilità”. “Io credo – dice al Foglio – che gli elettori di destra che ricordano il Berlusconi del 1995 non potranno che votare Sì a questa riforma”. Al di là delle ragioni del Sì, il premier ha cercato anche di sottolineare gli aspetti positivi di questa campagna elettorale, che spesso ha toccato toni molto accesi, oltre le righe: «Personalmente giudico la campagna elettorale un’esperienza davvero molto bella. Abbiamo discusso, parlato, dibattuto ovunque. Ovunque. Non solo nei salotti televisivi, ma anche nei salotti delle case, nelle famiglie, sui luoghi di lavoro. La Costituzione è entrata nella vita quotidiana e io ne sono felice. Certo: quando c’è un referendum la polarizzazione Sì-No è ovvia, direi inevitabile”.

Quanto a Grillo, che ieri sul suo blog è arrivato a ipotizzare per Renzi il “reato di abuso della credulità popolare” con riferimento alla falsa scheda elettorale del Senato che il presidente del consiglio ha mostrato pubblicamente, arrivano i commenti sulla stampa internazionale in cui si esprime preoccupazione sulla crescita del suo movimento. Dopo Bill Emmott che sul Financial Times aveva messo in guardia da una possibile vittoria del MoVimento 5 Stelle e del “duce Grillo”, anche l’autorevole Politico dedica un articolo al “Movimento che potrebbe rifare l’Europa e che mai prima di oggi è stato così vicino al potere” firmato da Jacopo Barigazzi. Nel pezzo viene riportato il parere di Giacomo Vaciago, ex consigliere del governo e professore di economia presso l’Università Cattolica di Milano: “I 5 stelle sono bravi a criticare, ma essere costruttivi è un’altra cosa e se fossero al governo, sarebbe il caos.”

Intanto sono stati chiusi i seggi per gli italiani che votano all’estero. Le schede, arrivate in Italia, verranno trasportate in un capannone a Castelnuovo di Porto. Quindi verranno scrutinate domenica sera. Secondo i primi calcoli, scrive Repubblica, l’affluenza all’estero potrebbe aver superato il 40%. Un milione e 600 mila voti che, in caso di testa a testa, potrebbero risultare decisivi.

(com.unica, 2 dicembre 2016)