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Il mercante di morte è morto” … Alfred Nobel che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri’: questo il necrologio di un giornale francese per la morte a Cannes nel 1888 di Ludvig, fratello di Alfred Nobel. Il giornale era incorso nell’errore di confondere il fratello Ludvig per Alfred l’inventore della dinamite. Tanto bastò ad Alfred per pensare a qualcosa che allontanasse dalla sua persona “l’immagine della morte” per essere ricordato come un filantropo e non come un mercante di morte. I mezzi non gli mancavano certo. Non fossero bastati quelli provenienti dal padre che in Russia aveva dato vita a fabbriche per la costruzione di armamenti, lui, Alfred Nobel, dopo i numerosi esperimenti sulla nitroglicerina che provocarono la morte di un altro suo fratello, il giovane Emil, aveva accumulato tanti soldi con la scoperta della dinamite.

Nel giro di pochi anni, Alfred si intitolò ben 360 brevetti industriali, tutti riguardanti le micidiali polveri da sparo, e impiantò una ventina di laboratori e fabbriche di produzione in diversi paesi, fra cui uno dei più grandi stabilimenti fu proprio in Italia, a Valloja di Avigliana, vicino a Torino. Pensato e fatto, il 27 novembre 1895, scrisse: “Io, Alfred Bernhard Nobel, dichiaro qui, dopo attenta riflessione, che queste sono le mie Ultime Volontà riguardo al patrimonio che lascerò alla mia morte. La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità. Detto interesse verrà suddiviso in cinque parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l’invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più importante o apportato il più grosso incremento nell’ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della medicina; una parte ancora a chi, nell’ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l’incremento di congressi per la pace. I premi per la fisica e per la chimica saranno assegnati dalla Accademia Reale Svedese delle Scienze; quello per la fisiologia o medicina dal Karolinska Instituet di Stoccolma; quello per la letteratura dall’Accademia di Stoccolma, e quello per i campioni della pace da una commissione di cinque persone eletta dal Parlamento norvegese. È mio espresso desiderio che all’atto della assegnazione dei premi non si tenga nessun conto della nazionalità dei candidati, che a essere premiato sia il migliore, sia questi scandinavo o meno. Questo Ultimo Volere e Testamento è l’unico valido, e cancella ogni altra mia precedente istruzione o Ultimo Volere, se ne venissero trovati dopo la mia morte. Parigi, 27 novembre 1895”.

Dal tormento della coscienza di Alfred Nobel sulle possibili applicazioni belliche e distruttive delle sue scoperte, in un contesto alquanto contraddittorio, nasce il Premio Nobel. Un premio che negli anni, quasi in coerenza con il suo fondatore, di contraddizioni ne ha cumulato tante: nel 2009 il segretario dell’Accademia di Stoccolma Horace Engdahl, in una dichiarazione definì gli scrittori americani troppo ignoranti e provinciali per competere con l’Europa, ma ben sei scrittori americani sono stati insigniti dal Nobel compreso il grande Ernest Hemingway che dirà: “Darei il mio premio Nobel soltanto in cambio di una cosa: il titolo di campione del mondo dei pesi massimi”; fu negato il premio a Jorge Luis Borges, il grande scrittore argentino ritenuto uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, perché considerato troppo vicino ai dittatori Pinochet e Videla, ma il Nobel per la letteratura al castrista peruviano Mario Vargas Llosa non fu un problema.

Insomma, passati 120anni dalla sua fondazione il Premio Nobel arranca tra contraddizioni, correntismo e opportunismo come fu per il suo fondatore Alfred Nobel. “Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel “dirà George Bernard Shaw rifiutando, nel 1925, i soldi del Premio Nobel.

(Franco Seccia/com.unica, 27 novembre 2019)