Sono ripresi in maniera sempre più massiccia i bombardamenti delle forze governative siriane su Aleppo est. Le conseguenze sono devastanti, al punto che quasi tutti gli ospedali da campo e quelli mobili della zona assediata sono ora letteralmente distrutti o fuori servizio. Lo riporta oggi la Bbc, che riprende una dichiarazione di Elizabeth Hoff, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della Sanità in Siria.

Secondo Medici senza Frontiere si tratta della “peggiore campagna di bombardamenti degli ultimi anni”. Quella di ieri è stata una delle giornate più nere per Aleppo Est. “La gravità dei bombardamenti ha causato enormi danni sui pochi ospedali che lavorano giorno e notte per fornire assistenza medica” ha detto Teresa Sancristoval, coordinatore dell’emergenza per MSF. “Gli attacchi hanno distrutto interi ospedali, generatori elettrici, pronto soccorso e reparti, costringendoli a interrompere tutte le attività mediche. Non è solo MSF a condannare gli attacchi indiscriminati contro i civili o le infrastrutture civili come gli ospedali, li condanna il diritto umanitario. Il messaggio è semplice e non so come dirlo più forte: smettete di bombardare gli ospedali.”

“L’ospedale dei bambini è stato danneggiato per la seconda volta a causa degli attacchi aerei” dice Luis Montial, vice capo missione di MSF per la Siria. “È l’unico ospedale completamente dedicato ai bambini nell’area assediata e ora è fuori uso. Le conseguenze dei bombardamenti indiscriminati sono molto chiare: più vite perse, servizi sanitari devastati e sofferenza insormontabile per le persone intrappolate dall’assedio. Quello che non è chiaro è quanto ancora il sistema sanitario, già in ginocchio, potrà continuare a funzionare se i bombardamenti non smetteranno e se le forniture mediche non potranno entrare nell’area.”

Dall’inizio dell’assedio a luglio gli ospedali di Aleppo Est sono bombardati in oltre trenta attacchi diversi attacchi. MSF supporta otto ospedali di Aleppo Est con forniture mediche dal 2014. MSF gestisce anche sei strutture mediche nel nord della Siria e offre assistenza sanitaria a oltre 150 ospedali e centri sanitari in tutto il paese, di cui molti in aree assediate.

(com.unica, 20 novembre 2016)