Ieri l’incontro con Obama, proteste nelle piazze. Segnali di ripresa dai mercati finanziari dopo il crollo post-elezione.

Il futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato ricevuto ieri a Washington da Barack Obama. I due hanno avuto un colloquio di 90 minuti nello studio ovale. “Abbiamo idee diverse, ma il mio compito è organizzare la transizione nel miglior modo possibile”, ha detto Obama. “È un onore parlare con lui”, ha risposto Trump, annunciando che lavorerà con il presidente uscente fino al 20 gennaio. Il passaggio di consegne è avvenuto anche tra le first lady Michelle e Melania. Ma gli Obama hanno evitato la foto di gruppo.

Il cosiddetto “transition team” del presidente ha lanciato un sito e un profilo Twitter e avrebbe già elaborato una lista di 41 nomi per la futura amministrazione: Rudi Giuliani, ex sindaco di New York, è in pole per la giustizia. I due papabili per guidare lo staff del presidente sono Reince Priebus e Corey Lewandoski. Sull’elezione del magnate newyorkese alla Casa Bianca si è pronunciato anche Bernie Sanders alla Cnbc, che ha teso la mano a Trump e dice che collaborerà con lui se aiuterà i lavoratori.

Intanto non si ferma la rabbia degli sconfitti: le proteste anti-Trump vanno avanti per la seconda notte di fila e diversi manifestanti sono stati arrestati. A Washington i dimostranti hanno dato vita a una veglia lungo Pennsylvania Avenue, nei pressi della Casa Bianca. In California proteste a Los Angeles, a San Francisco, a Oakland, a Berkeley e in altri centri urbani. Gente in strada anche a New York, Portland, Chicago, Seattle, Austin, Boston, Detroit, Philadelphia, Phoenix. Molte le dimostrazioni partite dalle università e dalle scuole. Tra gli slogan”Love Trumps Hate” (“L’amore batte l’odio”) e “Not My President” (“Non è il mio presidente”).

Intanto cominciano a svelarsi i primi accenni su quel che potrà accadere sullo scenario internazionale. Un diplomatico russo ha ammesso che il governo di Mosca era in contatto con lo staff di Trump. Il tycoon ha già invitato il primo ministro britannico Theresa May a fargli visita e ha confermato il suo impegno per la sicurezza della Corea del Sud. La Cina intanto è pronta ad approfittarne se Trump non ratificherà il Ttp (Ft). E il premier giapponese Shinzo Abe ha già fissato un incontro a New York con il nuovo presidente per il 17 novembre.
A Trump è arrivata anche la telefonata di congratulazioni del nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi. 

Per quanto riguarda le borse si è assistito a una netta inversione di tendenza. Il Dow Jones ieri ha toccato il massimo storico. Risalita anche nei mercati finanziari europei e Piazza Affari ha chiuso in parità, anche se lo spread si allarga. Segnali positivo anche dall’economia reale: la promessa di un ritorno a nuovi investimenti in infrastrutture da parte del neo presidente degli Stati Uniti è il motivo di fondo del rally del rame, i cui prezzi sono saliti ai massimi da quindici mesi dopo un periodo di lunga depressione. Come sottolinea oggi Il Foglio l’andamento del prezzo del rame è considerato un buon barometro per valutare la salute dell’economia mondiale. Le promesse di attenzione da parte di Trump  all’economia reale hanno risvegliato il “Dottor Rame”, come viene chiamato dagli analisti. 

(com.unica, 11 novembre 2016)