Nell’accogliere il ricorso di alcuni cittadini contrari alla Brexit, l’Alta Corte inglese ha deciso che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea richiede un voto in Parlamento. Il tribunale ha stabilito che l’esecutivo di Theresa May non può usare la prerogativa reale per iniziare la procedura prevista dall’articolo 50 del trattato di Lisbona. “Il principio fondamentale della costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano”, ha detto il giudice dell’Alta corte, Lord Thomas of Cwmgiedd, nel leggere il verdetto. Come sottolineano i media britannici, non solo si tratta di una forte umiliazione per il governo di Theresa May ma questo di certo avrà conseguenze sui tempi della Brexit, rallentandola. Secondo il Guardian, non si tratta comunque la fine di questo storico caso legale, che vedrà  la sua conclusione molto probabilmente di fronte alla Corte suprema, che gà si starebbe preparando per dibatterlo. Questo non vuol dire che ora possa saltare tutto. Anzitutto perché quello dell’Alta Corte è un invito al governo. C’è poi da capire come finirà il ricorso e comunque vedere cosa deciderà il Parlamento. Downing Street insiste a dire che la tabella di marcia non cambia, e i primi passi per la Brexit verranno fatti a fine marzo 2017 scrive il Guardian. Quello che appare certo secondo la maggior parte degli osservatori è che ora  la procedura sarà molto più complessa del previsto.

“Il governo è determinato a rispettare il risultato del referendum”, ha detto il segretario al Commercio internazionale Liam Fox, aggiungendo che l’esecutivo presenterà ricorso presso la Corte Suprema (Bbc). Dopo la sentenza la sterlina è risalita sui mercati.

(com.unica, 4 novembre 2016)