Secondo un sondaggio commissionato da Abc/Washington Post, il primo condotto dopo la comunicazione dell’Fbi sulla riapertura dell’email-gate, il 63% dell’elettorato americano ritiene che le nuove indagini non cambino la loro decisione sul voto. Il rilevamento dà Clinton in vantaggio di un solo punto sul rivale repubblicano, 46% vs 45%. Ma un sondaggio del Nyt precedente alle dichiarazioni del direttore dell’Fbi Comey segnalava che in alcuni Stati Trump stava già recuperando: in Florida avrebbe un vantaggio di quattro punti su Clinton, 46% vs 42%.

Tutti si chiedono perché, a pochi giorni dalle elezioni l’Fbi abbia deciso solo ora di comunicare la notizia delle nuove email riguardanti Hillary Clinton. L’Fbi saprebbe da settimane dell’esistenza di queste email potenzialmente collegate all’inchiesta sull’uso di un server privato da parte di Hillary. Sono state trovate dall’FBI mentre indagava su un’altra vicenda, quella riguardante Anthony Weiner, ex politico di successo che negli ultimi anni è stato coinvolto in moltissimi scandali sessuali. Lo stesso Comey ha voluto spiegare che non poteva fare a meno di darne conto:  “Credo che non farlo sarebbe stato scorretto nei confronti del popolo americano. Allo stesso modo, dato che non sappiamo ancora se questo materiale sia rilevante o no, non voglio dare impressioni sbagliate. Volevo che lo sapeste direttamente da me proprio per il rischio di essere fraintesi, dato che ci troviamo in mezzo a una campagna elettorale”.

Al di là delle intenzioni di Comey, tuttavia appare evidente a tutti che con tante ipotesi sul tavolo difficilmente confermabili, Donald Trump, che fino a qualche giorno fa sembrava praticamente spacciato, ora potrebbe avere qualche chance in più di vittoria. ”Il popolo americano merita i fatti al completo, immediatamente” ha dichiarato la candidata democratica in conferenza stampa in Iowa reagendo per la prima volta alla comunicazione del direttore dell’Fbi sulla riapertura di fatto dell’inchiesta. Clinton si dice comunque certa che le nuove mail non muteranno le conclusioni già raggiunte dall’Fbi lo scorso luglio, quando l’agenzia federale aveva chiuso l’inchiesta escludendo responsabilità penali.

(com.unica, 31 ottobre 2016)