Ad Aleppo è finita la tregua e sono ripresi gli scontri armati e a colpire i civili in maniera indiscriminata. Un breve stop al conflitto che si è rivelato del tutto inutile: non è stato possibile infatti evacuare alcun ferito. 

Save The Children intanto pubblica un rapporto da cui si apprende che le bombe a grappolo (o cluster bombs), il cui utilizzo è vietato dal diritto internazionale, dal 23 settembre ad oggi hanno provocato ad Aleppo la morte di 136 i bambini e il ricovero di altri 387. Secondo il dossier si tratta di una stima per difetto, dato che non tutti gli ospedali sono raggiungibili e dove sono rimasti solo 35 medici. E proprio dai medici e dagli operatori umanitari ancora presenti nell’area arrivano le testimonianze sul massiccio ricorso a questi ordigni micidiali, che non avrebbero risparmiato neanche le abitazioni dei civili.

La pericolosità di queste armi è data anche dal fatto che anche a distanza di molti anni del materiale inesploso spesso rimane sul terreno. La bomba è costituita da un contenitore con all’interno non meno di 150-200 ordigni più piccoli: normalmente le cluster vengono sganciate un aereo oppure sparate da un cannone, andando a interessare aree vastissime e quindi provocando danni enormi, soprattutto ai civili, poiché è impossibile con una bomba a grappolo arrivare a colpire un singolo obiettivo militare. “Sono moltissime le amputazioni”, spiega il Direttore dell’organizzazione per la rimozione degli ordigni esplosivi e dei residuati bellici ad Aleppo Est.

(com.unica, 23 ottobre 2016)