Dopo il bombardamento di un convoglio umanitario di 31 camion nei pressi di Aleppo, le Nazioni Unite hanno deciso di sospendere l’invio di aiuti denunciando l’attacco come possibile crimine di guerra. Secondo fonti ufficiali americane citate da Reuters ci sarebbero prove che a bombardare il convoglio sarebbero stati aerei russi. Mosca, così come Damasco, nega qualsiasi coinvolgimento nell’operazione, accusando a sua volta i ribelli. La sospensione è stata annunciata dal Segretario segretario generale Ban Ki-moon nel suo discorso di apertura in occasione dell’annuale Assemblea Generale con i leader mondiali a New York, l’ultimo come capo delle Nazioni Unite dopo 10 anni. Ban Ki-moon ha definito l’attacco al convoglio “nauseante e chiaramente deliberato”, accusando il governo siriano per la morte della maggior parte delle vittime civili. La tregua di fatto è interrotta, anche se gli Stati Uniti continuano a sostenere che regga, nonostante tutto.

Al meeting di New York ha parlato anche il presidente americano uscente Barack Obama, anche lui per l’ultima volta all’assemblea delle Nazioni Unite. Ha spiegato che è necessario fare di più per i rifugiati e ha annunciato che “le oltre cinquanta nazioni che partecipano al Summit sui rifugiati il prossimo anno raddoppieranno l’accoglienza dei profughi, arrivando ad aprire le porte a 360 mila persone”. Previsto un aumento di tre miliardi di dollari dei finanziamenti umanitari per il prossimo anno: «Dobbiamo respingere qualsiasi forma di razzismo, fondamentalismo e di idee superiorità di razza» ha proseguito. «Bisogna abbracciare la tolleranza e il rispetto di tutti gli esseri umani e di tutte le culture». «Dobbiamo correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi. Un Paese circondato dai muri imprigiona se stesso». 

Da Obama poi una stoccata a Putin: ha detto che Mosca “sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza, ma il mondo è troppo piccolo per far risorgere “le vecchie mentalità”. Nel suo discorso un avvertimento anche a Israele: “Non può occupare permanentemente i territori palestinesi” (Haaretz).

(com.unica, 21 settembre 2016)