La Bce ha reso noto ieri di aver di lasciato i tassi invariati e di non estendere il Quantitative easing. Come riporta oggi il Sole 24 Ore, ha mantenuto così invariato a zero il tasso di rifinanziamento principale, in linea con le attese degli analisti. A seguito dell’odierna riunione del comitato esecutivo la Banca centrale ha anche confermato a -0,40% i tassi sui depositi overnight presso lo sportello Bce (il tasso di rifinanziamento marginale). La fine del piano di acquisto titoli da 80 miliardi al mese resta quindi fissata a marzo 2017, ma il governatore Draghi non esclude la sua estensione che potrebbe essere annunciata a dicembre.

La Banca centrale ha anche rivisto le stime di crescita dell’Eurozona. Nel 2016 il PIl farà segnare un +1,7% (0,1% in più rispetto al previsto), nel 2017 e nel 2018, invece, un +1,6% (-0,1% rispetto al previsto). La ripresa dell’economia europea – ha spiegato Draghi – proseguirà “a un ritmo moderato ma stabile” e “l’inflazione risalirà gradualmente nei prossimi mesi”. Nella sua relazione Draghi ha  invitato la Germania a realizzare “manovre di bilancio” sfruttando il proprio “surplus”, facendo capire in maniera molto esplicita che il governo di Berlino deve spendere e investire di più. “Dite quello che volete su economia stagnante della zona euro” – ha ribadito Draghi. È grazie all’azione politica della BCE che l’Eurozona è riuscita a tenersi a galla: questa in sintesi l’analisi del governatore della banca centrale. D’altra parte i numeri relativi a crescita del PIL e di inflazione sono positivi e gli effetti della politica della BCE cominciano ad essere avvertiti anche dal consumatore medio. 

Draghi ha poi chiarito – rispondendo indirettamente alle critiche avanzate dal governo tedesco – che i tassi di interesse bassi  “non dovrebbero essere usati come giustificazione per tutto quello che non funziona nelle banche, sarebbe un errore. Alla fine dobbiamo essere pazienti. I tassi di interesse devono restare bassi perché la ripresa prenda piede, una ripresa che poi avrà effetti positivi sui bilanci dei gruppi bancari. I tassi di interesse devono essere bassi oggi per poter salire domani”.

L’annuncio non è stato accolto favorevolmente dalle borse europee. Male sia Milano, Parigi e Francoforte. L’euro ha riconquistato quota 1,13 sul dollaro, con un incremento di quasi un punto percentuale sul dollaro.

(com.unica, 9 settembre 2016)