È di 247 vittime, tra cui molti bambini, il bilancio provvisorio dello sciame sismico che, cominciato alle 3.36 di mercoledì ha colpito Lazio, Marche e Umbria. Ai volontari che hanno prestato soccorso insieme alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco e ai forestali che hanno continuato a scavare tra le macerie ininterrottamente per tutta la notte si è presentato uno scenario apocalittico, di guerra. Decine di persone risultano ancora disperse, tra cui una settantina di turisti che potrebbero essere rimasti intrappolati nel crollo dello storico Hotel Roma di Amatrice. Sono circa 4.000 gli sfollati che hanno trascorso la prima notte fuori casa. I comuni più colpiti sono stati Accumoli, Amatrice (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), quasi totalmente distrutti.

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Ma cosa è successo esattamente? Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il primo sisma, con epicentro ad Accumoli, ha avuto una magnitudo di 6.0, una profondità di 4 km ed è durato 142 secondi. Alle 3.56 la seconda scossa, ad Amatrice, di magnitudo 4.4, poi altre 39 in poco più di 3 ore tra Perugia, Rieti, Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Nella notte sono state registrate altre 200 scosse, con un apice di magnitudo 4.4 alle 19.45. E purtroppo non si escludono altri eventi sismici paragonabili a quello principale.

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In queste ore molti si chiedono se la tragedia poteva essere almeno in parte evitata. Trattandosi di una zona in cui – come spiega il sismologo Enzo Boschi – “la Terra si sta come lacerando”, si sarebbe dovuti intervenire con lavori di prevenzione sugli edifici: a Norcia per esempio, dove dopo il terremoto del 1979 erano stati condotti interventi antisismici sugli edifici, i danni sono minimi. Ma è anche vero che ad Amatrice la scuola antisismica si è sbriciolata: la Romolo Capranica, inaugurata nel settembre del 2012 dall’attuale sindaco Sergio Pirozzi, che annunciava all’epoca «ogni adeguamento alla vulnerabilità sismica». Per il sindaco questa volta lo Stato ha funzionato considerando tutte le difficoltà della geografia del territorio. Da parte sua sono arrivate anche parole di elogio per i media, per la tempestività delle informazioni tragiche che hanno messo a disposizione dell’opinione pubblica che ha accelerato la messa in moto della macchina della protezione civile.

Solidarietà alle popolazioni colpite è stata espressa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da Papa Francesco. Il premier Matteo Renzi, dopo un primo sopralluogo ad Amatrice con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, si prepara a dichiarare lo stato d’emergenza e sbloccare subito i primi 50 milioni di euro. Anche il presidente americano Barack Obama ha offerto il proprio aiuto.

(com.unica, 25 agosto 2016)