Il 19 agosto si apre a Torricella Peligna in Abruzzo l’XI edizione del John Fante FestivalIl dio di mio padre”. Tre intense giornate – finirà il 21 agosto – dedicate al grande scrittore italo-americano, amato alla follia dai suoi fan, che con i suoi scritti, con il rapporto contrastato con il padre John Fante ci ricorda l’importanza delle radici, la forza dei rapporti familiari e del segno che lasciano nella propria vita. Il padre Nick, un muratore originario proprio di Torricella Peligna, emigra negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento, dove sposa Mary Capolungo, una cattolicissima italoamericana, nata a Chicago, figlia di un sarto lucano. John Fante, primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai Gesuiti prima di trasferirsi in California, a Wilmington, nei pressi di Los Angeles, dove per un breve periodo seguirà alcuni corsi di scrittura all’Università di Long Beach: vuole diventare scrittore. 

Proprio al tema della migrazione – di strettissima attualità – sarà dedicata l’edizione di quest’anno del Festival. A parlarne ci saranno Riccardo Iacona, giornalista e conduttore televisivo e poi la Fondazione “Luciano Russi si occuperà di “Le donne nell’emigrazione” e dell’anniversario dei 60 anni dalla tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove morirono molti minatori, migranti abruzzesi, che ricorre proprio in questi giorni.

Il Festival letterario “Il dio di mio padre” è un vero e proprio happening che spazia tra il Premio “Opera Prima” che tra i 3 finalisti di questa edizione vede Gesuino Nèmus, Simona Garbarini e Marco Peano e le letture dedicate a Fante con Ryan Gattis, giovane scrittore americano, che il suo amore per Fante lo porta tatuato sulla schiena, che racconterà i tumulti razziali di Los Angeles nel 1992. Interverrà anche Pino Scaccia, inviato del TG1, che presenterà il suo libro “Nell’inferno dei narcos”. E poi spazio a molti altri appuntamenti tra i giovani esordienti, il fumetto e il linguaggio giovane per un gran finale con “La banda della posta” un complesso di musicisti del paese di origine della famiglia di Vinicio Capossela, Calitri in Alta Irpinia, che sin dagli anni Cinquanta ha suonato agli sposalizi del paese esibendo un repertorio musicale energico e vitale.

Il Festival, organizzato dal Comune di Torricella Peligna e diretto da Giovanna Di Lello, è sostenuto dalla Regione Abruzzo e promosso dal Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, la Fondazione Pescarabruzzo, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, la NIAF, la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Tor Vergata e del dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”.

(com.unica, 11 agosto 2016)