54 anni fa, il 9 luglio 1962, Andy Warhol inaugurò la sua prima mostra personale alla Galleria Ferus di Los Angeles, dopo aver realizzato 32 dipinti con altrettante lattine di zuppa della marca Campbell, ognuna di un colore e di un gusto diverso. Il celebre dipinto Campbell’s Soup Cans (lattine di zuppa Campbell) divenne il manifesto della nuova corrente artistica: la Pop Art.

L’esemplare è conservato al Museo di Arte Moderna di New York dal 1996 ed allora venne valutato 15 milioni di dollari. Il soggetto dell’opera, realizzata con colori acrilici su tela, è la fedele rappresentazione di un prodotto commerciale: la lattina della famosa zuppa Campbell diventa così il simbolo, elevato ed eternato, di un società consumatrice, che dagli scaffali del supermercato è autorizzato ad entrare in un museo. Nell’opera di Warhol non c’è nessun intervento interpretativo, nessuna traccia personale, nessun valore estetico. Non è tuttavia neanche una critica alla società americana, di cui esalta il livellamento e l’omogeneità: tutti, dal presidente ai barboni mangiano la stessa cosa, la stessa scatoletta del supermercato. È quindi, per Andy Warhol, una mitica società che garantisce pari opportunità ad ognuno.

Alle lattine Campbell Warhol ha dedicato molti quadri, rappresentandole a volte aperte, altre volte chiuse, sfruttando il meccanismo intrinseco nella pubblicità, quello che attraverso il bombardamento finisce per pilotare le preferenze dei consumatori e le loro scelte, ma svuotando allo stesso tempo l’oggetto rappresentato di ogni valore e significato, proprio perché l’immagine viene ripetuta su vasta scala. La stessa cosa ha fatto per le bottigliette della Coca-Cola e per i dipinti di Marylin Monroe, di Elvis Presley e dei vari personaggi famosi della politica, del cinema, dello spettacolo. Riprodusse in serigrafia grandi opere del passato come l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e i capolavori di Piero della Francesca, attirandosi le critiche dei mass media.

Gli Stati Uniti degli anni ’50 erano dominati dall’Espressionismo e l’opera di Andy Warhol suscitò molte perplessità ed interrogativi, soprattutto di fronte al suo messaggio fortemente provocatorio che l’arte dovesse essere alla portata di tutti e “consumata” come qualsiasi altro prodotto da supermercato; tuttavia il suo lavoro, che coniugava pittura serigrafia e fumetto, conquistò un pubblico sempre più vasto e il suo stile, notevolmente raffinato, in breve lo aiutò a diventare uno degli artisti più quotati ancora in vita, distinguendosi dagli altri del genere pop che emersero in quel periodo. Avere in casa un ritratto realizzato da Andy Warhol divenne così un “must”, una sorta di conferma del proprio status sociale.

(Nadia Loreti/com.unica 9 luglio 2016)