Ancora tensioni nei mercati ma arrivano i primi segnali positivi: la sterlina apre oggi per la prima volta in rialzo dopo essere precipitata ai minimi storici.

“No negotiation before notification”: questo lo slogan con cui si può sintetizzare il contenuto del vertice che si è tenuto ieri a Berlino tra Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi. I tre infatti si sono trovati d’accordo nel non aprire colloqui formali o informali con Londra sulla Brexit prima che la Gran Bretagna presenti formale richiesta di attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che riguarda proprio il meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall’Unione europea. Da parte europea si ribadisce quindi, sia pure con accenti diversi, di voler procedere con cautela e senza pericolose accelerazioni.

L’articolo in questione sarà attivato quando ci sarà il nuovo premier britannico. Come fa notare oggi “La Stampa”, ai tempi della abortita convenzione per la Costituzione europea, fu il britannico Sir John Kerry a imporre l’articolo 50 contro la volontà della maggioranza. Il tedesco Elmar Brok, oggi presidente della commissione Esteri del Parlamento europeo, lo osteggiò a lungo. Vistosi sconfitto, si concentrò a rendere il divorzio dall’Ue “più complesso possibile”.

Nel primo intervento alla Camera dei Comuni dopo l’annuncio delle dimissioni, David Cameron ha confermato che non attiverà il processo di ritiro formale dall’Ue e ha indicato l’obiettivo del prossimo governo: far rimanere la Gran Bretagna dentro il mercato unico europeo. Il nuovo leader del Partito dei Conservatori dovrà essere operativo entro il 2 settembre. Il leader laburista Jeremy Corbyn spinge invece per avviare subito i negoziati per non lasciare il Paese in uno “stato di paralisi”. Questo significa già oggi al vertice europeo di Bruxelles, nel corso del quale David Cameron informerà gli altri leader del vecchio continente sulle conseguenze politiche del voto in Gran Bretagna. Proprio oggi a Bruxelles si terrà anche una sessione straordinaria del Parlamento Ue su Brexit, a cui interverrà il leader dell’Ukip Nigel Farage.

Intanto prosegue l’effetto Brexit sulle Borse europee, che mandano in fumo altri 282 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Milano è la peggiore d’Europa: chiude sui minimi degli ultimi tre anni a -3,94% (Il Sole 24 Ore). Oggi però sono arrivati i primi segnali positivi: Tokio ha chiuso in rialzo, mentre la sterlina ha aperto per la prima volta in rialzo dopo i crolli successivi al voto. La divisa britannica viene scambiata a 1,3295 dollari dopo che ieri era scesa a quota 1,31, toccando i minimi da oltre 30 anni. L’euro è invece poco mosso nei confronti del dollaro, a 1,1060 e passa di mano a 112,76 yen. Da segnalare inoltre che l’agenzia S&P ha tagliato il rating della Gran Bretagna, che perde la tripla A. Ieri il cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne, intervenendo per la prima volta dopo il referendum, ha provato a rassicurare i mercati: “La Gran Bretagna è pronta a confrontarsi con tutto quello che il futuro ha in serbo per noi partendo da una posizione di forza” – ha dichiarato al “Guardian”.

(com.unica, 28 giugno 2016)