Il teatro italiano è in lutto per la morte di Giorgio Albertazzi. Il celebre attore avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 20 agosto. Nato a Fiesole (in provincia di Firenze) nel 1923, si trovava in Toscana nella casa di Pia De’ Tolomei, la moglie di 40 anni più giovane. La sua ultima apparizione in teatro era stata in “Il mercante di Venezia”. Nella sua lunga carriera, oltre al teatro ha interpretato sceneggiati di grande successo sul piccolo schermo. “Sul mio passaporto c’è scritto “attore”. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l’autore teatrale”.

Mattatore fino all’ultimo, Albertazzi ha partecipato nel 2014 a “Ballando con le stelle”, il programma di Rai1 condotto da Milly Carlucci, battendo il Guinness di concorrente più anziano di tutte le edizioni internazionali del programma. Nel 2015 infine ha calcato il palcoscenico del Teatro Ghione con “Il Mercante di Venezia”, insieme a Franco Castellano, chiudendo nel segno di Shakespeare una lunga carriera teatrale iniziata proprio con un’opera del Bardo, “Troilo e Cressida”, nel 1949, con la regia di Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino. Il grande drammaturgo inglese è sempre stato nel cuore di Albertazzi, al punto che nel 1964, in occasione dei 400 anni dalla nascita di Shakespeare, il grande attore ha debuttato al Teatro Old Vic di Londra in “Amleto”, con la regia di Franco Zeffirelli, ottenendo di entrare con una foto nella galleria dei grandi interpreti shakespeariani del Royal National Theatre, unico attore non di lingua inglese. Ed è sempre stata il teatro la grande passione di Albertazzi, pur avendo girato una trentina di film e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo.

Albertazzi è approdato sui palcoscenici dopo una controversa esperienza politica. Nel 1943 l’attore ha infatti aderito alla Repubblica di Salò e nel 1945, dopo la sconfitta della Rsi, è stato arrestato con l’accusa di collaborazionismo e di avere comandato, nei giorni immediatamente precedenti la Liberazione, un plotone d’esecuzione. È stato liberato nel 1947 grazie alla famosa “Amnistia togliattiana”. Nell’Italia politicizzata del Dopoguerra è sempre stato considerato un uomo legato alla destra, ma era fondamentalmente libero e ultimamente aveva confessato di aver votato Grillo, ma poi aveva aggiunto di volergli “bene a prescindere, ma non so se lo voterei ancora”. Hanno ricordato la sua scomparsa il presidente della Repubblica Mattarella ed il fiorentino premier Matteo Renzi.

(com.unica, 28 maggio 2016)