Il leader radicale Giacinto Pannella da Teramo detto Marco, si è spento poco prima delle 14 nella clinica romana di Nostra Signora della Mercede dove era stato ricoverato ieri pomeriggio. L’annuncio, con il Requiem di Mozart, è stato fatto da Radio Radicale. Il leader storico delle mille battaglie per i diritti civili aveva 86 anni.

Il Presidente della Repubblica Mattarella lo ricorda come grande protagonista sempre lontano dal potere: “La morte di Marco Pannella mi addolora profondamente. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento”. “Pannella – ha proseguito Mattarella – è stato un leader politico controcorrente, un interlocutore scomodo anche per chi ha condiviso il suo impegno. Il riconoscimento che oggi gli viene tributato anche da quanti non erano d’accordo con le sue idee, testimonia che, per molti aspetti, è stato coscienza critica del nostro Paese, sulla base di una fedeltà ai principi di libertà e di democrazia”.

“Mancherà anche agli avversari” ha detto Emma Bonino, mentre il premier Renzi ha annunciato di rendere omaggio a nome suo e del governo alla storia di questo combattente e leone della libertà. Da marzo, quando si sono intensificate notizie su un aggravamento delle condizioni fisiche di Pannella, si sono moltiplicati gli allarmi ma anche le testimonianze di affetto nei suoi confronti. In occasione del suo 86esimo compleanno il Papa gli aveva mandato una copia del suo libro ‘Dio è misericordia’. Subito dopo il declino fisico e l’aggravarsi della malattia.

Poche settimane fa il leader radicale era stato fatto oggetto delle visite di cortesia da parte di alti esponenti politici, tra cui lo stesso premier Matteo Renzi, che si era recato nella sua abitazione insieme al candidato sindaco di Roma, Roberto Giachetti. Da Pannella erano passati in marzo anche Berlusconi, accompagnato da Tajani e Gianni Letta, e il presidente emerito Giorgio Napolitano. Mentre il Dalai Lama, che l’anziano politico abruzzese aveva incontrato in diverse occasioni, gli aveva scritto una lettera di auguri di pronta guarigione.

(Giovanna Napolitano/com.unica, 19 maggio 2016)