In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone risponde indirettamente a quanto affermato qualche giorno fa dal neo leader dell’Anm Pier Camillo Davigo.

“Mani pulite ha fallito perché le manette da sole non bastano” – spiega Cantone, che respinge la tesi secondo cui il governo non stia facendo nulla contro la corruzione, confermando al tempo stesso di avere un’idea diversa sul ruolo della Magistratura rispetto all’ex esponente del pool di Mani Pulite. “Dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione, e il sistema non può essere emendato. Io non accetto questo pessimismo cosmico. Mi ribello a questa visione che esclude qualsiasi ricetta. Il pessimismo fine a se stesso diventa una resa. E questa resa nell’Italia di oggi non c’è. È vero che Tangentopoli non sradicò la corruzione, che è continuata come un fiume carsico. Ma ora vedo molte persone che vogliono provare a uscirne. E pensano che la soluzione non sia solo la repressione, che la ricetta non sia solo la stessa del 1993, che all’evidenza ha fallito. Uno non può ripetere le stesse cose a distanza di anni, e dire che è sempre colpa degli altri se le vecchie ricette non hanno funzionato”. “L’idea che tutto si risolva con le manette – continua Cantone – è stata smentita dai fatti. La repressione da sola non funziona. Colpisce ex post; spesso in modo casuale; sempre quando i danni sono già fatti. La prevenzione ha tempi piu’ lenti. Ma nei Paesi del Nord Europa, dove la corruzione e’ bassissima, ha funzionato”.

Per il presidente Anc “l’idea che ci sia un mondo tutto pulito, la magistratura, e un mondo tutto sporco, la politica e la burocrazia, è comoda da vendere come fiaba; ma è falsa”. “Davigo pensa che sia l’unico a poter risolvere i problemi” – continua. “Non condivido una visione autoreferenziale e salvifica. La magistratura non deve salvare il mondo; deve accertare i reati e decidere i processi civili. In nessun Paese del pianeta ha il monopolio nelle questioni di legalità; altrimenti finisce per esercitare una funzione di supplenza nei confronti della politica”. Alla domanda se condivide l’espressione “barbarie giustizialista” usata da Renzi Cantone risponde: “È una espressione esagerata. C’è stato un periodo in cui non tanto la magistratura quanto linterpretazione dei provvedimenti della magistratura ha creato eccessi: bastava essere indagati per venir messo alla gogna”.

(com.unica, 24 aprile 2016)