“I bambini dello Yemen stanno subendo le conseguenze di un conflitto terribile. La cessazione delle ostilità che dovrebbe iniziare oggi è un’opportunità per le parti coinvolte ad agire per migliorare la protezione dei bambini. L’anno scorso, le Nazioni Unite hanno verificato un significativo incremento di gravi violazioni dei diritti dei bambini da parte di tutti gli attori coinvolti nel conflitto in Yemen”. È quanto si legge in una dichiarazione congiunta di Leila Zerrougui, Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i bambini e i conflitti armati, e Peter Salama, Direttore Regionale UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, che riportano dati drammatici.
900 bambini sono stati uccisi, un dato 7 volte superiore rispetto al 2014”, dichiarano Zerrogui e Salama. “Il reclutamento di bambini è aumentato di 5 volte, con 848 casi verificati. Gli attacchi alle scuole e agli ospedali sono raddoppiati, colpendo oltre 115 strutture. L’interruzione della distribuzione di servizi di base ha privato migliaia di bambini dei loro diritti fondamentali all’istruzione e alla salute”.
Le violazioni che le Nazioni Unite hanno potuto verificare, aggiungono i due dirigenti Onu, “rappresentano solo la punta dell’iceberg, ma rivelano trend molto preoccupanti. Innanzitutto, si stima che i bambini rappresentano un terzo di tutti i civili uccisi e quasi un quarto dei feriti. In secondo luogo, gli attacchi alle infrastrutture civili, in particolar modo alle scuole e alle strutture sanitarie, sono ormai diventati molto frequenti. Infine, i bambini hanno un ruolo molto più attivo nei combattimenti e ai checkpoint, anche in prima linea. Tutti questi dati rappresentano un insieme di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti dei bambini in Yemen. Questi modelli hanno grandi implicazioni per la stabilità dello Yemen e per il futuro dei suoi bambini”.
Zerrogui e Salama auspicano “che la cessazione delle ostilità e i colloqui di pace in programma il 18 Aprile, porteranno alla fine di questo conflitto. Chiediamo a tutte le parti coinvolte nel conflitto di rispettare i loro obblighi secondo le leggi del diritto internazionale umanitario, di impegnarsi affinché vengano rilasciati i bambini che sono stati reclutati e utilizzati nei combattimenti e di porre fine a tutte le gravi violazioni contro i bambini e le bambine. Le parti – concludono – dovrebbero prendere ogni decisione possibile per proteggere le scuole e gli ospedali e facilitare la distribuzione di aiuti umanitari ai bambini e a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto”.

(aise/com.unica, 11 aprile 2016)