Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro italiani rapiti in Libia lo scorso luglio sono stati uccisi. Secondo quanto si apprende dalla Farnesina avrebbero perso la vita in un conflitto a fuoco durante un trasferimento, alla periferia di Sabrata. Il convoglio sul quale si trovavano sarebbe stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Un testimone libico ha riferito all’Ansa che Fausto Piano e Salvatore Failla “sono stati usati come scudi umani” dai jihadisti dell’Isis. Ma la versione non è stata ancora confermata e c’è chi sostiene che i due siano stati uccisi dall’Isis prima del raid. Nel corso della sparatoria sono morti almeno sette miliziani dello stato islamico.

Il sottosegretario agli Interni con delega ai servizi segreti Marco Minniti ha dichiarato, in un’audizione che si è svolta al Copasir, che gli altri due operai italiani sequestrati – Filippo Calcagno e Gino Pollicardo – sono vivi. Come gli altri due colleghi uccisi erano dipendenti della società di costruzioni Bonatti e furono rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell’Eni. “È una situazione molto delicata – ha aggiunto Minniti – dobbiamo rispettare un rigoroso silenzio: ci sono altre due persone oggetto di sequestro, vogliamo poterle riportare a casa senza altri episodi drammatici”. “La priorità è salvarli”.

Le reazioni politiche a quanto accaduto non si sono fatte attendere. Da esponenti della maggioranza e dell’opposizione è arrivata la richiesta che il Governo riferisca in Aula sull’uccisione dei due italiani. Durissimo il commento di Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Camera: “Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia. Mentre dalla Libia giungono delle notizie, Mattarella si vanta sull’avanguardia dell’Italia: o sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella. Speriamo che le notizie che arrivano siano infondate”. Al segretario leghista ha prontamente risposto Rosy Bindi: “Siamo grati al presidente Mattarella che anche oggi ha interpretato i sentimenti più autentici e profondi in cui si riconoscono gli italiani. La solidarietà e la cooperazione internazionale sono le bussole con cui governare il fenomeno delle migrazioni di massa e il Paese lo sta dimostrando, da Lampedusa a Trieste. In ore tragiche come quelle che stiamo vivendo, le parole di Salvini contro il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio sono gravissime, una prova inqualificabile di sciacallaggio”.

(com.unica, 3 marzo 2016)