Il presidente iraniano Hassan Rohani, al potere dal 2013, viene accreditato da molti osservatori occidentali come un moderato, anche se i dati che riguardano il numero di esecuzioni ci danno un quadro tutt’altro che rassicurante (per usare un eufemismo) sullo stato dei diritti umani in quel paese.

La denuncia arriva dall’associazione internazionale contro la pena di morte “Nessuno tocchi Caino” che, alla vigilia della visita del presidente iraniano in Italia in programma il 25 e il 26 gennaio, ha pubblicato un rapporto da cui si evince in maniera chiara come il tasso di esecuzioni sia nettamente aumentato da quando Rohani è al potere: da allora sono già state eseguite 2.277 impiccagioni, 980 delle quali solo nel 2015. Di queste ultime 610 “segrete’ segnalate da fonti non ufficiali. Almeno 53 persone sono già state giustiziate nelle prime due settimane del 2016. L’impiccagione è il metodo preferito con cui è applicata la Sharia in Iran, ma nell’aprile 2013 è stata reinserita la lapidazione in una precedente versione del nuovo codice penale che l’aveva omessa come pena esplicita per l’adulterio. Le esecuzioni pubbliche sono poi continuate nel 2015 con almeno 58 persone che sono state impiccate sulla pubblica piazza, tra cui anche minorenni: un fatto che pone l’Iran in aperta violazione del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e della Convenzione sui Diritti del Fanciullo che pure ha ratificato.

“Con questo Rapporto abbiamo rivelato il vero volto del Presidente Rohani, che non è quello sorridente che esibisce negli incontri internazionali, ma quello terrificante delle almeno 2.277 esecuzioni compiute sotto la sua presidenza,” ha detto Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino.” “Su questo dato bisogna riflettere nell’accreditare il regime iraniano come “stabilizzatore” del Medioriente e non solo, affidando il governo dell’emergenza proprio a chi l’emergenza l’ha provocata” ha ribadito D’Elia, che ha poi concluso dicendo: “Allo Stato italiano, internazionalmente riconosciuto per la battaglia per la moratoria delle esecuzioni capitali, chiediamo di porre al centro di tutti gli incontri con Rohani e la delegazione iraniana proprio il terribile primato di esecuzioni, di violazioni dei diritti umani oltre all’invocazione della distruzione dello Stato di Israele. Chiediamo pertanto al presidente Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Matteo Renzi di usare questa preziosa occasione per denunciare questi abusi”.  Anche l’ambasciatore israeliano, Naor Gilon, ha chiesto alle autorità italiane di trovare “il modo di esprimere la disapprovazione verso la lunga storia di negazionismo dell’Iran”.

(com.unica, 25 gennaio 2016)