Hanno suscitato interesse e grande apprensione negli ambienti finanziari le considerazioni di Albert Edwards, noto ed apprezzato analista finanziario presso la borsa londinese e la Royal Bank of Scotland, sulla tendenze dell’economia mondiale. Le sue previsioni – raccolte dal quotidiano inglese “Guardian” – sono tutt’altro che incoraggianti in quanto tutto lascia pensare che, a causa del crollo del prezzo del petrolio e dell’impossibilità da parte delle banche centrali europee e americane di scongiurare la deflazione, dovremmo convivere con una nuova recessione globale paragonabile a quella del 2008-2009, che porterebbe addirittura alla dissoluzione dell’eurozona. La sua analisi merita di essere presa in considerazione, soprattutto dopo che gli analisti della Royal Bank of Scotland hanno esortato gli investitori a “vendere tutto” in previsione di un imminente crollo del mercato azionario.

“Gli sviluppi dell’economia globale – ha spiegato l’analista finanziario nel corso di un convegno sugli investimenti a Londra – spingeranno nuovamente gli Stati Uniti in recessione“. Edwards è convinto che i prezzi delle azioni siano sopravvalutati e perciò destinati a scendere. “Le valute dei mercati emergenti sono attualmente in caduta libera. Il settore delle imprese statunitensi sta venendo schiacciato dalla rivalutazione del dollaro“. D’altra parte sembra che l’economia USA si trovi in una condizione molto peggiore di quanto la sua banca centrale, la Federal Reserve, abbia compreso. “C’è stata una massiccia espansione del credito negli Stati Uniti – conferma l’analista. “Ma non per l’economia reale. È servita solo a ricomprare le azioni finanziarie“.

Edwards ha parlato anche di “presunzione dei banchieri centrali”, che non hanno imparato la lezione della bolla immobiliare che ha portato alla crisi finanziaria e alla recessione del 2008-2009. “Non hanno capito il sistema allora e non stanno capendo adesso quale caos stanno preparando. La deflazione incombe su di noi e le banche centrali non la vedono“.

Ha anche aggiunto che un segno dell’arrivo della crisi è stato il crollo della domanda di credito in Cina. “Ciò accade quando la gente perde fiducia nel fatto che i decisori politici sappiano ciò che stanno facendo. Questo è ciò che sta per avvenire anche in Europa e USA“.

A proposito del vecchio Continente, Edwards afferma che gli sforzi della Banca Centrale Europea di svalutare l’euro e favorire la crescita verranno azzerati in caso di nuova recessione. “Se l’economia globale torna in recessione, sull’euro cala il sipario“.

Paesi come la Francia, la Spagna e l’Italia non accetteranno un nuovo aumento della disoccupazione dovuto a un’altra recessione, ha detto. “Quale disastro sia stato l’euro è ben chiaro: un’arma letale in favore dell’economia tedesca“. Parole chiarissime.

(Sebastiano Catte, com.unica 15 gennaio 2016)

Link all’articolo del Guardian