Valerio Zanone è morto questa mattina nella sua casa di Roma a causa della malattia che lo ha colpito un anno fa. Torinese, protagonista per 50 anni della politica italiana dalla I alla II Repubblica, 10 anni segretario del Pli, più volte ministro, sindaco di Torino dal ‘90 al ‘92, parlamentare per 6 legislature, avrebbe compiuto 80 anni il 22 gennaio.

Firmò la legge istitutiva del ministero dell’Ambiente, alleato dei socialisti di Craxi nel referendum contro la scala mobile. Un liberale, si definiva, “democratico, laico, europeista, sociale”. Liberale della tradizione piemontese, da sempre legato a Cavour a Einaudi, aveva dedicato il suo impegno all’ideale liberale, cercando di promuoverla anche in ambito culturale oltre che politico. Ha chiesto di essere ricordato sulla lapide al cimitero monumentale di Torino con una sola parola: liberale.

Nato a Torino il 22 gennaio 1936, laureato in Filosofia, nella metà degli anni Sessanta contestò la leadership di Malagodi, criticando la concezione elitaria del liberalismo. Si dedicò alla politica attiva prima come consigliere regionale (dal 1970) e in seguito come parlamentare. Entrò per la prima volta alla Camera nel 1976, venendo rieletto ininterrottamente fino al 1992. Nel primo governo Craxi fu ministro dell’Ecologia (1983-1986), poi si spostò all’Industria nel secondo governo del segretario socialista (1986-1987). Nei successivi governi Goria e De Mita ricoprì l’incarico di ministro della Difesa (1987-1989), affrontando, tra l’altro, la prima missione italiana nel Golfo Persico. Nel novembre 1992 ammise la sua iscrizione alla massoneria e visse gli anni del declino politico legato al crollo della Prima Repubblica, legato anche al coinvolgimento del suo partito in alcuni scandali legati al finanziamento illecito dei partiti (tra cui lo scandalo Enimont, in cui fu coinvolto il suo delfino, Renato Altissimo). Nel 1993 si dimise da presidente del Pli e si riaffacciò alla politica attiva nel 1994, dando vita all’Unione Liberaldemocratica, alleandosi con Mario Segni. Nel 1995 fu tra i fondatori della Federazione dei Liberali e prese poi parte alla creazione dell’Ulivo, il cartello di centrosinistra nato a sostegno di Romano Prodi. Nel 2001 entrò a far parte della Margherita, pur rimanendo nella Federazione dei Liberali. Dopo dodici anni di assenza tornò in parlamento nel 2006, eletto al Senato nelle liste della Margherita.

(com.unica 7 gennaio 2016)