Le delegazioni dei due governi rivali libici di Tobruk (riconosciuto internazionalmente) e di Tripoli (islamico) hanno siglato l’accordo sostenuto dalle Nazioni Unite per mettere fine al conflitto e formare un governo di unità. La firma è avvenuta in una cerimonia nella città marocchina di Skhirat ed è stata accolta da uno scrosciante applauso. Rappresentanti di Tripoli e Tobruk, visibilmente commossi, si sono abbracciati.  Il nuovo governo di riconciliazione libico avrà sede a Tripoli e sarà guidato da Faiz al Siraj. Tre rappresentanti di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan – rispettivamente: Saleh Makhzoum, Fathi Bashara e Nuri Balabad – hanno firmato il documento di riconciliazione.

Alla cerimonia, inizialmente disertata da alcuni deputati libici che poi sono rientrati in sala, hanno preso parte circa 200 tra parlamentari, esponenti tribali e politici libici oltre ai ministri degli Esteri di Italia, Qatar, Turchia e Tunisia e del paese ospitante, il Marocco. L’intesa è stata successivamente controfirmata dall’inviato dell’Onu in Libia, Martin Kobler, seguito da una decina di altri esponenti politici, tribali e associativi della società libica.

“Questa è una giornata storica per la Libia” ha detto l’inviato speciale dell’Onu, Martin Kobler. “Firmando questo accordo politico state voltando pagina”. “Questo è solo l’inizio di un lungo viaggio per la Libia – ha proseguito -. La firma di oggi è solo il primo passo per mettere la Libia sulla strada giusta”. “Il lavoro del governo di consenso nazionale comincia oggi”. “Oggi è davvero il giorno della speranza” ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, presente alla cerimonia. “La nuova leadership libica si è assunta una grande responsabilità e sono molto orgoglioso di essere qui con voi ora. Siamo al fianco di tutti i libici che sono d’accordo”. “Dobbiamo salvaguardare l’unità della Libia e la sua integrità, dobbiamo garantire la presenza di istituzioni fattive al servizio del popolo”, ha detto Gentiloni, aggiungendo: “La comunità internazionale ha firmato un accordo a Roma che non è solo un pezzo di carta, ma un impegno per aiutare e sostenere la Libia e il suo processo di riconciliazione nazionale. Non sono solo parole ma impegni reali firmati dai rappresentanti di 28 Paesi”. E ha garantito: “L’Italia è pronta a dare il suo contributo sulla base di quanto chiederà la nuova leadership libica”.

(com.unica. 17 dicembre 2015)