[ACCADDE OGGI]

Il 30 Ottobre 1980 un trattato di pace pose termine ad un conflitto  tra i più sanguinosi del secondo dopoguerra con un bilancio di oltre 57000 vittime in solo cinque giorni di battaglia. Curiosamente questa guerra è  passata alla storia come la “guerra del calcio”. Si tratta della guerra tra El Salvador e l’Honduras scoppiata il 14 luglio 1969 e protrattasi per alcuni giorni fino al blocco delle armi imposto dall’OSA  (Organizzazione degli Stati  Americani). Ma, come detto, ci vollero ben undici anni per stipulare la pace tra i due paesi dell’America centrale. I veri motivi della controversia, naturalmente risiedevano in questioni di carattere economico tra due paesi poveri a prevalenza di economia agricola e sottoposti alle politiche delle multinazionali statunitensi.

L’Honduras con un territorio più vasto, padrone indisturbato del Golfo di Fonseca rifugio sicuro per le rotte atlantiche, disponeva di terre incolte non assoggettate al gioco delle grandi aziende alimentari americane e non controllate da  latifondisti.

El Salvador, con territorio molto più ridotto e con una costa oceanica battuta dai peggiori uragani, contava una popolazione maggiore per densità e con pochissime terre libere da speculazioni. Fu così che un accordo tra i due paesi apri le porte delle terre honduregne a quasi trecentomila salvadoregni che trovarono terre da coltivare al prezzo di straordinari sacrifici. Si crearono interi villaggi di cittadini provenienti da El Salvador che in virtù di quell’accordo avevano ottenuto la residenza honduregna. Ma, dalla sera alla mattina, il governo di Tegucigalpa, spinto dalle nuove pretese delle multinazionali alimentari americane, emise un provvedimento di espulsione e di confisca dei beni dei salvadoregni privi della cittadinanza naturale honduregna. Fu la rivolta in El Salvador contro questa  decisione che violava il diritto internazionale e portava alla disperazione le già misere condizioni di vita del popolo salvadoregno che negli anni dell’accordo aveva visto migliori condizioni e uno sviluppo inaspettato.

La gente scese per strada assaltando ogni cosa recante il simbolo del vicino paese infame e traditore. Intanto erano iniziate le selezioni per i mondiali di calcio del 1970. Tra le squadre in gara vi erano anche quelle di Honduras e El Salvador. Nei diversi incontri, anche in quello di spareggio svoltosi in Messico, le due tifoserie si scontreranno violentemente provocando morti, feriti e distruzione di interi impianti sportivi.

Alla fine in una memorabile partita giocata in campo neutro a Città del Messico, in un clima teso e violento, la squadra di San Salvador vinse la finale con un gol di scarto sugli odiati avversari e scoppiò il pandemonio. In conseguenza l’Honduras ruppe le relazioni diplomatiche con il confinante stato di El Salvador che a sua volta, con un’azione fulminea di guerra non dichiarata, invase i territori honduregni. Iniziò così, tra due popoli che mai si amarono,  la “guerra del calcio” che sostituì il pallone dei campi di gioco con le palle di cannone nei campi di battaglia. Guerra del calcio sì, ma soprattutto guerra tra poveri. …”

(Franco Seccia/com.unica 30 ottobre 2015)