Continua a salire il bilancio delle aggressione per mano dei terroristi palestinesi ai danni di civili e soldati israeliani. Solo ieri ci sono stati tre nuovi attacchi in uno dei quali un soldato, pugnalato, è rimasto gravemente ferito. Intanto il Primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu pensa di revocare lo status di cittadini di Gerusalemme ad alcuni palestinesi residenti nella parte Est della città, zona dalla quale proviene il maggior numero degli attentatori che hanno scosso il Paese nelle ultime settimane.

A commentare la situazione su ‘La Stampa’, lo scrittore Abraham Yehoshua: “Sono attacchi suicidi personali. Non parliamo di gente indottrinata da Hamas, da fanatici, dall’esterno. Sono giovani che agiscono da soli. E questo suscita uno stato d’animo che non abbiamo mai provato prima”.

Sul  ‘Foglio’ l’ex capo del National Security Council d’Israele Yaakov Amidror fa il punto sulla nuova escalation di violenza. Amidror spiega come essa si distingua dalle due Intifada precedenti perché non ci sono più kamikaze ma attentati con le armi bianche e piuttosto che cellule terroristiche, ci sono singoli individui che “la mattina si alzano, escono per strada e accoltellano gli ebrei, a causa dell’incitamento all’odio”.

(com.unica, 27 ottobre 2015)